La nota della 4a di copertina, scritta dallo stesso autore, riassume in parte anche il mio pensiero: “Spesso dicono che scrivo gialli ma io non mi sono mai davvero riconosciuto in questa definizione. Però questa è la cosa più vicina a un poliziesco classico che abbia mai scritto”.
Innanzitutto questo romanzo è un bel racconto lungo dove si narra una vicenda realmente accaduta ma in un altro luogo, come scrive l’autore. E’ tutto molto scorrevole, scritto bene, con dei bei dialoghi ma molto lontano dalla definizione di giallo classico. A metà libro, in una scena specifica narrata nel libro, si scopre l’identità ovvia dell’assassino.
Mancano i colpi di scena, i respiri sospesi classici della narrativa gialla. Ed è l’unica cosa che mi ha deluso! Per il resto, uscendo dall’ottica del libro giallo, l’ho trovato una gradevole narrazione di fatti accaduti realmente, ed ho trovato molto interessante la figura del Maresciallo Fenoglio che cerca, con tutti i mezzi, di staccarsi psicologicamente dalla figura di forza pubblica e cerca di abbracciarne una più umana, che alle volte manca perchè soffocata dalla burocrazia.
Ci tengo a precisare che su questo blog si parla di libri gialli, come suggerisce il nome, quindi il voto che io dò alla fine è inerente alla trama poliziesca. Non voglio giudicare, anche perchè non posso, la scrittura di Carofiglio (che è eccellente) o la struttura del suo racconto, che meriterebbe un 8. Io voto solamente come appassionato di libri gialli.
Edizione: Einaudi Stile Libero
Anno: 2014