C’E’ SEMPRE UN ROMANZO CHE RESTA NEL CUORE DEL LETTORE
In ogni serie, c’è sempre il libro più bello della serie. Perché? Nessuno lo sa, è un mistero. Neppure lo stesso autore, qualora interpellato, sa rispondere con precisione. Capita così, che per una straordinaria concatenazione di eventi, arriva il romanzo della serie dove il protagonista è più maturo, più riflessivo, più intenso, che la storia è meno narrazione è più vicina alla realtà, che i dialoghi sono più brillanti, credibili, emozionanti, e soprattutto che ci sia il “personaggio”, più un deus ex machina che l’autore teneva chissà dove nascosto negli alambicchi della memoria e che tira fuori nel momento più giusto per regalare a chi legge qualcosa di indimenticabile su cui riflettere e palpitare.
In Una sirena a settembre, i temi trattati da De Giovanni sono molteplici e vanno dalla poca o nulla credibilità di certi media nel trattare l’informazione, all’orgoglio di una dignità mantenuta e proclamata pur in mille difficoltà, alla caparbietà tutta femminile basata al novanta per cento su istinto puro e per il restante dieci per cento sulla propensione al dispetto, allo spregio, alla ripicca.
Puntare i piedi anche quando chi ti circonda ti dice e ti prega di lasciar perdere.
Questa è Mina Settembre, il personaggio che amo di più creato da De Giovanni e che lui definisce il suo “vestito colorato nell’armadio”. Per chi non avesse mai letto nulla della serie dedicata alla sensuale e intuitiva assistente sociale dei Quartieri spagnoli di Napoli, Mina racchiude in sé tanta vita che tante donne attraversano abitualmente nella loro esistenza, compreso un ex marito stronzo e una madre petulante e sfinente. Ma come scrivevo sopra, in questo ultimo lavoro della serie anche la superba e deliziosa Mina deve contendersi la scena con un’altra donna, la Signora. Il deus ex machina di questa narrazione, arte poetica pura, delicatezza e forza, espressione virgiliana dalle fattezze concrete. Solo per questo Una sirena a settembre meriterebbe un posto speciale nella libreria di tutti gli appassionati di genere.
Ma c’è di più e c’è dell’altro perché quando si ha l’ispirazione giusta ogni minimo particolare del racconto acquista un significato ben preciso e importante, un senso altro in cui oltre alla storia in sé quello che narra l’autore è vivido e vero, è una lezione sociale, sono un paio di ceffoni piazzati bene per far aprire gli occhi a chi ancora confonde la povertà e la criminalità minuta con un annullamento totale dei valori, con uno stato di regressione animale o di non evoluzione della specie, una condizione che non c’è e che non è mai esistita, se non nelle menti ristrette soggiogate dai luoghi comuni e dalla segregazione intellettuale. Un autore deve sapere fare anche questo, spiegare anche questo, dare un bel ceffone all’ignoranza di élite.
Perché noi, cara signorina, siamo gente che fatica dalla mattina alla sera, che possiamo pure fare qualcosa di sbagliato ogni tanto…Ma una cosa teniamo e ce l’abbiamo sempre avuta: alle creature ci stiamo attenti. Non le abbandoniamo a lottare con i cani per un pezzo di pane. Se la famiglia non può allora ci pensa qualcun altro.
Immenso De Giovanni scrittore, ma più immenso ancora Maurizio.
Una sirena a settembre
C'E' SEMPRE UN ROMANZO CHE RESTA NEL CUORE DEL LETTORE In ogni serie, c’è sempre il libro più bello della serie. Perché? Nessuno lo sa, è un mistero. Neppure lo stesso autore, qualora ...