VITE APPESE AL FILO DEL RIMORSO
Devo dire la verità: all’inizio ero un po’ sospettosa e disorientata. Non mi pareva di leggere il “mio” De Giovanni, temevo una qualche delusione. Invece sono stata (felicemente) punita nella mia presunzione di vecchia lettrice usa a tutto e dopo un inizio un poco faticoso, sono stata conquistata dai personaggi e dalla poetica malinconica dell’autore.
Ci vuole pazienza, sembra dire De Giovanni. Datti tempo. Dammi tempo. E’ come bersi uno di quei caffè sopraffini di cui spesso ci parla: bisogna annusare con calma l’aroma, godere del cupo colore della bevanda, assaporare in silenzio e solitudine il nettare nero. Insomma, il contrario di quel che facciamo noi milanesi che schizziamo dentro e fuori da un bar come pulci impazzite pensando ad altro, facendo altro.
L’ispettore Pardo, proprio a causa del rito del caffè che viene interrotto dalla richiesta di aiuto di un ex collega in ambasce, non reagisce benissimo e, diciamolo, si comporta da cialtrone promettendo senza convinzione di dargli una mano e questo sgarbo inutile sarà all’origine del rimorso che lo obbligherà ad addentrarsi in una storia antica ed oscura. Lo affiancherà Sara, una matura e tostissima agente dei Servizi Segreti ormai in pensione (ma certa gente in pensione non va mai) che ha motivi personali per fare chiarezza sulle vicende passate, ma se ne guarda bene dall’informarne il povero Pardo convinto che lei sia spinta esclusivamente da un senso di solidarietà.
Il fondo dell’armadio si schiuse con uno scatto. Sara sgusciò dentro e accese una luce. Si ritrovò in un vano occupato da scaffali alti fino al soffitto che ospitavano migliaia di dossier, conservati in cartelline di vario spessore. Raccolto in decenni di attività, l’archivio di Massimiliano era rigorosamente cartaceo e non era mai stato riversato su alcun supporto digitale, di cui l’uomo aveva sempre diffidato. Quegli incartamenti custodivano la storia segreta del Paese. Delitti, stragi e corruzione, rapporti tra politici e mafiosi, industriali ricattati e funzionari ricattatori; sette religiose e apparati deviati.
Questo bel romanzo (giallo? nero? No, romanzo) ci aiuta a capire come avvicinarci al prossimo, senza giudicare a priori, senza chiuderci nelle nostre certezze, visto che la vita è una giostra impazzita e non sappiamo mai quando ne verremo sbalzati lontano. E’ un libro sull’empatia, sulla solitudine, sull’amore e sul concetto di umana giustizia, diversa in qualche modo da quella ufficiale.
Lo sguardo profondo e dolente dei personaggi ci accompagna anche dopo aver terminato il romanzo, ma ci carica anche di una stana forza morale per aiutarci ad affrontare il tempo che verrà.
Il video della nostra presentazione con Maurizio De Giovanni: qui
Editore: Rizzoli
Anno: 2020