FATTI NON FUMMO PER VIVER COME BRUTI. O FORSE SI’?
di BARBARA MONTEVERDI
Era un giorno orribile, umido e freddo: l’ultimo giorno di Novembre. Un giovane intirizzito camminava su e giù davanti a una libreria della Ringstrasse. Sembrava animato da una grande impazienza e da una penosa inquietudine.”
Di giovani impazienti e inquieti in questo giallo ambientato attorno al 1910 ce ne sono parecchi, ma il cadavere che compare nelle primissime pagine è quello dell’anziana signora Schubert, vedova, ex governante di case patrizie e zia della tenera Anna la quale si trova catapultata in una situazione desolante, essendo orfana di genitori e ora pure dell’unica parente rimastale.
Sembra una storia alla Carolina Invernizio, con tutto il rispetto per la vetusta autrice, invece il racconto è piacevolmente ricco di colpi di scena e i personaggi hanno sfaccettature caratteriali che li rendono interessanti e…amabilmente sospetti.
Sì, perché questo giallo scritto con stile è decisamente elegante e la sottile, tagliente ironia con la quale viene descritta la gioventù aristocratica austro-ungarica è ben calibrata e colpisce nel segno, così come il ritratto di tutti gli altri personaggi.
Chiunque potrebbe essere l’assassino dell’anziana signora che viveva appartata e senza apparenti nemici: qualche rampollo di nobili origini in momentanee ambasce, qualche giovane spiantato, lo stesso fidanzato squattrinato (ma apparentemente onesto come appena uscito dal libro Cuore) della povera Anna. Povera? Poi si vedrà. Il problema è che sono quasi tutti simpatici, chi indaga e chi è indagato, chi resta e chi cerca di fuggire e il sospetto che prende il lettore è che, alla fine, sarà persino dispiaciuto nello scoprire il colpevole!
Ma il dilemma non si svela facilmente e così si viene trascinati, pagina dopo pagina, su e giù da treni sbuffanti, tra la neve a cavalcioni di slittini o su slitte tirate da quattro cavalli e la storia si fa sempre più interessante perché Muller, anziano investigatore ricco di intuito e umanità, è uomo che usa gli spostamenti per ragionare: niente come una camminata notturna tra i boschi può aiutarlo meglio nel mettere in ordine i pezzi del complicato incastro.
La conclusione (soddisfacente dal punto di vista del giallo) è un po’ affrettata sotto l’aspetto letterario e tronca il racconto in modo brusco mentre il lettore avrebbe gradito continuare ancora un po’ a seguire le vite dei personaggi, ma l’autrice aveva evidentemente prosciugato la sua vena creativa (o l’attendevano altre opere, chissà..) perciò ha impacchettato tutto con un bel nastro rosa e via. Pazienza, ci siamo comunque divertiti.
Auguste Groner, autrice nata nel 1850 e scomparsa nel 1929, ha scritto un giallo davvero delicato (forse un po’ troppo buonista, ma rasserenante), dove i drammi intimi contano più del fattaccio e in cui la natura è presente quasi in ogni pagina. Io l’ho letto mentre ero in montagna e il profumo della resina degli abeti si è amalgamato allo scricchiolio dei passi sui sentieri innevati del libro. Connubio perfetto, lettura più che piacevole.
TRAMA
Siamo a Vienna agli inizi del Novecento e Therese Schubert, vedova benestante, viene trovata morta nel suo appartamento. Inizialmente si pensa che il crimine sia a scopo di rapina e che siano coinvolti il fidanzato della nipote e il fratellastro del giovane. Nell’indagine si inserisce Joseph Müller, un tempo in servizio nella polizia asburgica. Il suo superiore lo ha richiamato perché confida nelle sue doti di attento osservatore, nelle sue capacità deduttive e nella sua abilità di immedesimazione nelle varie situazioni. La traccia che lo porterà a risolvere il caso sarà un Mercurio rosso, un francobollo di grande valore e molto raro in Europa: la vittima ne possedeva infatti un esemplare. Da questo semplice indizio Müller riuscirà a ricostruire l’intera vicenda, non dopo diversi viaggi che lo porteranno fino a Trieste, all’epoca territorio austriaco. Auguste Groner non solo sa costruire una trama ricca di particolari psicologici, ma ci offre una densa descrizione del mondo della borghesia e della piccola nobiltà e di come, dietro una facciata di rispettabilità e decoro, irrompa all’improvviso il crimine per svelare i lati oscuri di quel mondo.
Traduzione: Fiorenza Doni
Ascolta l’incipit letto da Barbara:
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Un prezioso francobollo rosso
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