Un colpo al cuore di Piergiorgio Pulixi

Un colpo al cuore di Piergiorgio Pulixi

RECENSIONE

TRAMA

“La legge sei tu”. È questo quello che dice il Vendicatore che indossa una maschera dai tratti demoniaci e che rapisce e tortura persone che a suo avviso non sono state adeguatamente punite per i loro misfatti dal sistema giudiziario. E lo dice a un vero e proprio “pubblico” che online segue le sue macabre imprese e che alla fine, attraverso le notizie che lo stesso Vendicatore fornisce, deve decidere se le stesse debbano vivere o morire. È un concetto diverso e moderno di Giustizia quello condotto dal killer seriale che coinvolge la società e che lo rende diversissimo da tutti i giustizieri che lo hanno preceduto. Egli non è un solitario. Non è spinto da vendetta esclusivamente personale. Non gioca una partita da solo. Anzi democraticamente accetta votazioni anonime e irrintracciabili. In realtà è tutto tremendamente spaventoso. Una intera nazione è scossa dalle sue “imprese” e gli inquirenti comprendono quanto sia necessario trovarlo e fermarlo al più presto. Le indagini vengono affidate al vicequestore Vito Strega, esperto di psicologia e filosofia, tormentato criminologo dall’intuito infallibile, avvezzo alla seduzione del Male. Lo affiancano le ispettrici Mara Rais ed Eva Croce. Diverse come il giorno e la notte, le due formano una coppia d’eccezione: i modi bruschi e l’impulsività di Mara sono compensati dall’acutezza e dal riserbo sfuggente di Eva. Ma basterà una squadra così speciale e coesa a fermare il Vendicatore? E da dove devono partire, in realtà, tutti loro per comprendere appieno le azioni e le decisioni che muovono il pericoloso killer?

PERSONAGGI

Si potrebbe parlare a lungo della personalità e del carisma di Vito Strega e si potrebbe parlare ugualmente a lungo della natura del Vendicatore, di ciò che trasforma una persona come tante altre a diventare un giustiziere spietato e “alla moda” e in grado di arrivare a migliaia di persone e anche di coinvolgerle in maniera così orrenda. Ma in realtà, come già successo con il precedente romanzo dell’autore, anche in Un colpo al cuore i personaggi che restano impressi e su cui la trama si stende ed estende sono sempre Rais e Croce. Si tratta di due figure, fragili, dolenti, con un passato amaro alle spalle e una vita privata sconnessa, sdrucita. Entrambe sono estremamente determinate nelle indagini, come se gli insuccessi di una vita potessero essere riscattati dal lavoro caparbio d’investigazione, dall’assicurare il male alla giustizia. Eppure sono due persone all’apparenza molto diverse. Mara, la sarda, ha l’aria scorbutica di chi è costretta a vivere in un ambiente di lavoro fondamentalmente maschilista, tra uomini che, come predatori, si voltano a guardarne le forme pronti però in ogni istante a mortificarne la professionalità. Le tocca parlare in dialetto, sfoggiare la battuta sagace, spesso sboccata, e indossare una maschera di cattiveria per intimorire l’interlocutore. Eva Croce, è milanese e mezza irlandese, da cui il rosso dei capelli. Con un curriculum sontuoso, si trasferisce, o meglio, subisce un trasferimento punitivo dalla Questura di Milano in Sardegna. Qui sente forte il desiderio di cambiare vita e di lasciarsi il passato alle spalle, un marito e la morte di una figlia piccolissima. Ha l’aria e l’abbigliamento da metallara: jeans strappati, t-shirt di qualche gruppo rock, anfibi graffiati. Ha il viso di un pallore cadaverico, accentuato, quando ricorda di truccarsi, da un contorno occhi nero, fin troppo abbondante.  Litigiose all’inverosimile, troppo amanti della schermaglia e delle battute piccanti, le due donne non si amano, ma si accorgono di essere legate dalla stessa fragilità, dalla stessa inquietudine di fondo. Ed è questo il segreto, neppure tanto segreto, del loro successo.

AMBIENTAZIONE

Tutte le location di Un colpo al cuore sono giocate in contrasto tra loro. L’azzurro accecante e limpido della Sardegna in contrasto con i colori tenui e più soft del cielo e dell’aria di Milano. Le aule rigide e istituzionali dei tribunali e l’agghiacciante desolazione delle stanze dove le vittime del Vendicatore sono costrette a subire violenze e giudizi niente affatto convenzionali. Il web, l’etere, lo spazio virtuale che come terra di mezzo fa incontrare estranei e sconosciuti e li mette faccia a faccia con il male e con il senso di giustizia deviato e le piste che gli inquirenti cercano di scandagliare per tentare di trovare e fermare il killer. Ma le ambientazioni in questo romanzo, come in tutti i noir di Pulixi, sono soprattutto luoghi dell’anima. Quei luoghi oscuri dove cercano di navigare a vista buoni e cattivi, vittime e carnefici, uomini e donne, vincitori e vinti.

CONCLUSIONI

Il noir che racconta la vita e la società, che contiene suspense e azione, che fa riflettere e inorridire. Tutto questo Piergiorgio Pulixi lo fa da tempo, fin dai suoi primissimi scritti. E quindi non è una novità leggere ancora una volta un noir perfetto e assolutamente in linea con quanto prescrive il genere. Ma Pulixi ci mette in ogni lavoro del suo e lo fa crescendo e migliorandosi a ogni romanzo. Limando e aggiungendo di volta in volta aspetti ed elementi. In Un colpo al cuore quello che non si trova in precedenti lavori dello stesso autore è l’ironia. Una caratteristica nuova che Pulixi dosa e usa con una misura intelligente e riuscita e che lo rende ancora più affascinante e completo come autore e come noirista. Altro sarebbe inutile dire. Piergiorgio è la rivelazione più giovane e fresca della nostra narrativa, lo è ormai da anni, ma come succede per tutto ciò che incanta e affascina, è forever jung.

INTERVISTA

Piergiorgio nel tuo romanzo a un certo punto accade che tante persone, all’improvviso, ricevano contemporaneamente un messaggio dal titolo: “la legge sei tu”, e aprendo il video si ritrovino davanti una scena dove c’è un uomo incatenato e, alle sue spalle, un omone mascherato, con una parrucca arancione e una voce robotica. Chi è la persona mascherata e che sta succedendo?

Succede che questa persona mascherata si presenta come una sorta di giustiziere. Ha rapito e rapirà, da quel momento in poi, dei criminali sfuggiti alle maglie della giustizia italiana, per inefficienze della macchina giudiziaria, per prescrizione, per problemi burocratici. Lui non ritiene più che in Italia il “sistema” sia in grado di dare giustizia alle persone. E quindi cosa fa? Rapisce questi criminali, li punisce a modo suo e poi rimette il giudizio finale al voto popolare, su una piattaforma on line: tutte le persone che hanno ricevuto il video possono votare entro tre ore. Se la maggioranza voterà sì, il giustiziere ucciderà il criminale. In caso contrario, lo lascerà andare. La cosa particolare è che, nell’arco di pochi minuti, questi messaggi video diventano virali, perché saltano da un cellulare all’altro… e così questo tribunale virtuale ha una giuria sterminata, quella del popolo del web che si trasforma in boia.

Parliamo un po’ dei personaggi di Un colpo al cuore. Chi ti legge e ti segue da tempo sa che alcuni di loro c’erano già nei tuoi libri precedenti. E devo ammettere che la reunion che hai messo su in questo tuo ultimo romanzo con Mara, Eva e Vito, funziona alla grande. In più ciò che salta subito agli occhi dei lettori è anche una evoluzione degli stessi, una sorta di crescita che tutti i tuoi personaggi sembrano avere subito nel corso del tempo. Dicci qualcosa di più riguardo a questo.

Mi piaceva l’idea di raccontare un’amicizia femminile in divenire: nel primo romanzo, è molto combattuta, sono recalcitranti a fare amicizia tra di loro, ad aprirsi l’una con l’altra. Anche in questo romanzo non è che si amino particolarmente, ma, in realtà, è più che altro una scena, si stanno conoscendo. E poi, soprattutto Mara, nei confronti di Eva, nutre un senso di protezione, di responsabilità. Il problema qui è che quell’equilibrio fragile tra Eva e Mara viene interrotto dall’arrivo di Strega; salta un po’ per aria tutto perché Mara si prende una sbandata per Vito. È un periodo di fragilità che stanno vivendo tutti e tre; stanno provando a reinventarsi, a ricominciare a vivere….

Un noir complesso, con un argomento di grande attualità e socialmente toccante raccontato però con uno stile limpido, veloce e solo apparentemente leggero. Come fai, come ci riesci ogni volta a essere tanto incisivo e altrettanto semplice e godibile?

Semplicità è il grado più alto della complessità. È molto più semplice scrivere in maniera complessa, barocca che scrivere in maniera pulita, tersa. Io credo che in questo periodo della mia vita – poi, magari, se vieni tra due anni di dirò un’altra cosa -, in questo momento, credo che lo stile più bello, più efficace sia quello che tu non percepisci. Cioè la mente del lettore deve poter tradurre subito le parole in immagini e in sensazioni, in emozioni, senza nemmeno percepire il tessuto delle parole, il tessuto narrativo. Quella è, secondo me, la grande efficacia di una scrittura cristallina. Se vuoi, come modello ho preso la leggerezza calviniana e anche leopardiana: sono andato molto per sottrazione.