PSICOLOGIA, FRAGILITA’, UMANITA’. UN TRIS INDISSOLUBILE.
di BARBARA MONTERVERDI
Kerry Daynes è una psicologa forense britannica e il suo compito è scandagliare la mente di chi ha commesso un crimine per valutarne l’intenzionalità e cosa lo ha portato a compierlo. In questo libro ha raccolto alcune sue esperienze lavorative e ce le racconta, con linguaggio semplice e divulgativo, unitamente a qualche suo momento privato.
In realtà, il lato veramente interessante di questa testimonianza non è capire come funziona una mente criminale (o una mente normalissima trascinata al crimine dalle circostanze), ma come ragiona uno psicologo forense, quali strategie utilizza per comprendere chi si trova di fronte e anche come fare i conti con se stessi di fronte a decisioni complesse che non si ha la certezza siano corrette al cento per cento.
Fui sinceramente sorpresa che Alison non fosse stata condannata al carcere, considerando che aveva tolto la vita a un uomo. Non avrebbe dovuto uccidere Paul, ma nemmeno essere costretta a vivere in quel modo. Ero soddisfatta perché ora, perlomeno, avrebbe ricevuto l’aiuto di cui aveva bisogno. Quella sera, però, spegnendo il televisore, non riuscii a scacciare un irritante senso di disagio. Davvero Alison soffriva di un disturbo mentale? (…) E’ davvero anormale reagire in maniera estrema in circostanze estreme?(…) Ci eravamo messi d’accordo per dire al mondo che aveva non una bensì tre malattie mentali. Non era anche questo un modo di colpevolizzare la vittima?
In questa professione i dubbi sono molti, molti più delle certezze e bisogna essere capaci di mantenere i nervi saldi: dopotutto si ha a che fare con persone instabili, a volte decisamente svitate, aggressive e infelici e non è facile trascorrere il proprio tempo tentando di decifrare il disagio altrui e la sua profondità. Senza contare che, ed è il caso di Kerry Daynes, puoi incappare in uno stalker che ti prende di mira per pura misoginia e ti ritrovi a essere vittima di molestie informatiche mentre stai svolgendo il tuo già pesante lavoro su altri fronti. E quando questo accade, il fatto di avere una certa esperienza sul funzionamento di una mente criminale non aiuta granché a ritrovare la serenità di spirito.
La misoginia, il pregiudizio e il disprezzo radicati per donne e ragazze, è una delle poche condizioni umane a non essere stata ancora dichiarata una malattia mentale. Forse perché, in tal caso, ci ritroveremmo nel mezzo di una pandemia. Quel giorno in tribunale mi parve evidente che avevo di fronte l’ennesimo sgherro della misoginia: un uomo così infastidito dal rifiuto di una donna da desiderare di punirla.
Testo interessante anche se non particolarmente confortante. In fondo, quel che si evince è che non ci sono certezze nei rapporti umani, che la normalità è un codice fluido perché siamo tutti fragili e fatichiamo ad adattarci agli stravolgimenti della vita, che a ognuno di noi potrebbe capitare di perdere la testa anche senza essere criminali “in nuce” o di incrociare la nostra vita con qualcuno di pericoloso.
Voi che mi leggete, sappiate che d’ora in poi vi osserverò con molta, molta più attenzione e tenendo un tomo corposo a portata di mano – come scudo o come arma da contrattacco: siate cauti con i recensori impauriti.
TRAMA
Per scorgere tracce di umanità in chi ha commesso crimini bestiali è necessario conoscere gli angoli più oscuri della mente e avere il coraggio di guardarci dentro. Senza mai dimenticarsi dove si trova la luce. Questo è il lavoro di Kerry Daynes, una delle criminologhe più affermate del Regno Unito, che da venticinque anni collabora nelle indagini del governo britannico per risolvere casi impossibili, e che qui racconta alcune delle esperienze più complesse e oscure della sua carriera, quelle durante le quali ha dovuto mantenere il sangue freddo senza mettere da parte l’empatia, rendendosi conto di quanto la natura umana sia sfaccettata e di come le difficoltà e le perversioni individuali vadano di pari passo con la sofferenza, gli abusi subiti o le buone intenzioni di partenza. Dalle carceri di massima sicurezza alle sale interrogatori della polizia, dai reparti degli ospedali psichiatrici al banco dei testimoni in tribunale, Kerry ha parlato con assassini, criminali e serial killer. E tutto per rispondere a una domanda: cosa spinge una persona a scegliere il male?
Ascolta l’incipit letto da Barbara:
The dark side
PSICOLOGIA, FRAGILITA’, UMANITA’. UN TRIS INDISSOLUBILE. di BARBARA MONTERVERDI Kerry Daynes è una psicologa forense britannica e il suo compito è scandagliare la mente di chi ha commesso un ...