UN PROFESSORE, UNA STUDENTESSA, DELLE VITE ANNOIATE
Claudia è una studentessa universitaria di provincia alle prese con un impegnativo trasferimento nel multiforme e non facilmente decifrabile capoluogo lombardo; Antonio un ingrigito professore in pensione che soffoca nell’autoipnosi indotta dalla ripetizione di gesti sempre uguali l’angosciante retaggio del proprio passato.
Un passato fatto di parole non dette, dubbi irrisolti, accuse mai lanciate e consapevolezze soffocate nel rimorso.
Questi i protagonisti di Senza far rumore, giallo di Riccardo Castiglioni edito da La Ponga Edizioni. A far da sfondo alle esistenze di entrambi una Milano sommessa e un po’ intristita dove le giornate, soprattutto per Antonio, scorrono in pratica identiche l’una all’altra, ciclo collaudato e intorpidito spezzato solo da eventi che hanno la stessa consistenza d’una foglia secca o della pagina di un vecchio libro: gli auguri di fine anno con l’ex preside e gli ex colleghi del liceo dove Antonio ha insegnato per un tempo non lunghissimo (prima che una forma d’ansia nevrotica non lo costringesse, ancora una volta, ad abbandonare il campo), le cene a date fisse col vecchio compagno di studi Lele e le passeggiate in solitaria tra gli alberi del parco immersi nel sonno della stagione morta.
Finché un evento lontano non torna all’improvviso a farsi strada nella vita dell’ormai anziano professore, con una carica potenzialmente dirompente. E l’esistenza sua e della giovane Claudia, incontrata per caso in una chat dedicata ad appassionati di libri rari o introvabili, ne saranno inevitabilmente sconvolte.
Entrambi affascinati da un libro il cui titolo per nulla casuale è Il guerriero nella nebbia – e un guerriero nella nebbia appare lo stesso protagonista, sorta di attempato cavaliere errante che cerca di trarre in salvo la sua Dulcinea – i due condivideranno un’amicizia intensa sebbene incorporea destinata a svolgere un ruolo importante.
Il guerriero nella nebbia è un libro che appare fin da subito difficile, se non impossibile, da rintracciare, tanto in forma di sparso esemplare quanto come sia pur minimo indizio riconducibile al suo autore; un libro in cui la ragazza s’è imbattuta quasi per caso, regalo improvvisato d’uno dei suoi pochissimi nuovi amici; un libro che Lele ha molto amato e poi perduto e che Antonio vorrebbe adesso ritrovare per farne dono, a sua volta, all’amico di sempre.
Nel frattempo Claudia si destreggia a fatica in un ambiente del tutto nuovo e un po’ ostile, combattuta tra il desiderio di rinunciare alla convivenza con l’insopportabile compagna d’appartamento e l’emozione per la nuova vita che inizia; e quando il destino sembra d’un tratto volgersi in suo favore, offrendole la possibilità di liberarsi dall’angosciante coabitazione e, insieme, di sistemarsi in un bel monolocale incastonato nella più vasta dimora del suo affascinante benché misterioso padrone di casa, la sorte potrebbe essere sul punto di giocarle, ancora una volta, un tiro mancino…
Claudia e Antonio sono poi sempre alle prese con disillusioni, ripensamenti, diffidenze iniziali o tardive, equivoci protratti troppo a lungo e ritrosie all’apparenza immotivate.
Antonio, in particolare, si ritrae all’improvviso dalla corrispondenza con la giovane donna perché si sente in colpa per averle involontariamente mentito sulla sua età.
Per un banale errore di distrazione, infatti, sul profilo che la ragazza ha avuto modo di consultare lui appare come un professore ventiseienne precario, invece che come l’ex professore sessantaduenne in pensione che è in realtà.
Ma in effetti Antonio si ritrae da tempo, da troppo tempo forse, inceppato da gesti non compiuti e parole non dette che col passare degli anni sembrano stringerlo con sempre maggior tenacia in una morsa inestricabile.
Così, un po’ come l’ossessivo personaggio d’un racconto di Camilleri, che invia a Montalbano tutta una serie di bigliettini con su scritto “Mi contraggo” – quasi a far presagire l’imminente, catastrofico scatto finale di molla troppo a lungo trattenuta – il protagonista si troverà infine costretto ad abbandonare dolorosamente, traumaticamente – nonché, diciamolo, non troppo efficacemente – la propria ritrosa routine per lanciarsi in un clamoroso tentativo di salvataggio…
Senza far rumore è un romanzo che ha tra i suoi massimi punti di forza la capacità d’attirare il lettore in una storia inquietante e sospesa come le nebbie che avvolsero Merlino mentre s’inoltrava nel bosco di Viviana.
E un vecchio Merlino dal passo incerto e dalla mente ondivaga appare lo stesso Antonio, sedotto, in fondo, dall’intimità improvvisa per quanto solo epistolare con questa giovane donna sconosciuta: sebbene l’autore scelga di smorzare programmaticamente il potenziale latente nell’amicizia tra la fanciulla in fiore e il vecchio professore, ripristinando i cardini di un’esistenza borghese col presentarci, sul finale, il rassicurante quadretto della ragazza convenzionalmente sistemata col solito compagno d’università e intenta a riservare al suo antico difensore solo delle sonnacchiose visite della domenica.
Editore: La Ponga Edizioni
Anno: 2017