Questo sangue non è il mio

Questo sangue non è il mio

COME BULLIZZARE UNA TIMIDA

Uno degli enigmi con cui la psichiatria è costretta a confrontarsi è rappresentato dalle voci che alcuni individui percepiscono all’interno della propria testa. Le voci sono qualcosa di concreto, di reale, e godono di vita propria. Chi le sente, le accoglie come altro da sé. Ci dialoga, ci litiga, fa compromessi. Le voci pervadono l’intera esistenza. Consigliano, giudicano e spesso conducono ad atti estremi.

La protagonista di “Questo sangue non è il mio” è vittima di un’esperienza totalizzante di questo tipo e il romanzo è un complesso viaggio nella sua mente tra passato e presente.

Carlotta considera la voce come un’entità diversa da sé, difatti la chiama l’Altra. Ma in realtà sa bene che è la parte della sua personalità a cui la vita non ha lasciato spazio di esprimersi.

Una parte continuamente repressa e denigrata, che al posto di evolversi in maniera creativa finisce col manifestarsi nella sua natura più acida, distruttiva e malvagia.

.Carlotta è un’anima buona, vittima dei disagi tipici in cui incorrono le ragazze timide e sognatrici. Per questo viene bullizzata dalle sue cortanee e subisce la poca considerazione della madre. È una debole, una persona senza fiducia nelle doti che pur possiede, una che svilisce il proprio fisico e si arrende alla solitudine.

Ed è proprio grazie a questo cono d’ombra, che l’Altra prende il potere su di lei e le stravolge la vita. Sotto la sua guida Carlotta può fare tutto ciò di cui altrimenti non avrebbe il coraggio. Fino all’atto più estremo, l’omicidio. Momento di massima vendetta, che per assurdo la porterà a prendere coscienza dei motivi per cui ha ceduto alla follia e con sua sorpresa diventerà motivo di liberazione e di riscatto.

Edizione: Alter Ego
Anno: 2017