L’ABBRACCIO TOTALE DI UN ROMANZO
Strano destino questo, per un libro. Essere scritto a quattro mani e risultare così scarno. Perché sì, la prima (ma anche la seconda) impressione che ho avuto di questo romanzo è stata che la sintesi portata all’estremo l’ha impoverito. In genere io apprezzo la scrittura veloce e incisiva di chi perde poco tempo in chiacchiere e giri di parole, di chi va diritto al sodo. Ma qui si esagera, secondo me!
Eppure, con due autori, uno si aspetta addirittura una certa prolissità ed è anche disposto al perdono. Due persone che parlano occupano uno spazio maggiore di uno solo. In Peccati immortali forse c’è stata la paura di essere troppo logorroici e di stancare il lettore, non so. Invece a me sarebbe piaciuta una maggiore concessione alla descrizione, all’introspezione e magari anche a qualche altra “zione”.
L’ho iniziato, e ho avuto voglia di non terminarlo, lo confesso. Eppure…
Eppure la storia c’è. Ed è anche una storia molto valida. Complessa, ricca di personaggi d’impatto, di motivazioni profonde. Ricca di quel male che ferisce di più, perché proviene da chi dovrebbe invece essersi votato al bene. Ma tant’è, la vita non è mai una favola dolce. O forse sì, la si potrebbe anche chiamare fiaba, ma di quelle dei Fratelli Grimm, ricche di orchi e di streghe cattive.
Mi è piaciuto molto, questo romanzo. Ma non mi è piaciuto leggerlo. Già, perché per quanto io possa essere appassionata lettrice/scrittrice di gialli, e per quanto io spesso mi addormenti sognando il modo migliore per ammazzare qualcuno (marescia’, parlo di omicidi letterari, tranquillo!) la malvagità presente nel romanzo era tale da suscitare repulsione. E questo è un complimento, non una critica.
In effetti, la scelta dello stile di scrittura, che direi quasi rarefatto, era forse l’unica giusta per la storia, già forte di suo. E, ciliegina sulla torta, un finale inaspettato davvero a effetto! In definitiva, lettura valida e potente, da non perdere.
Editore: Mondadori
Anno: 2019