UN GIALLO CLASSICO, MOLTO CLASSICO, TROPPO
di Manuel Figliolini
La casa editrice Emons, come voi lettori già sapete, è famosissima, oltre per gli audiolibri, anche per la sua collana di Gialli Tedeschi. Una collana che ci ha sempre conquistato anche per le copertine riconoscibilissime e le trame che ripercorrono pezzi di storia o luoghi tedeschi.
Sempre per la stessa collana ultimamente è stato pubblicato un romanzo che ci ha subito colpiti per la copertina in stile liberty, il suo gioco di colori, bianco, nero e crema che si discosta dalla collana consueta. Ma anche perché nel titolo porta una delle location più “utilizzate” per gli omicidi, gli hotel. Se poi parliamo di Grand Hotel le pagine di ricerca su IBS arrivano a 6, tutti sono stati nei grand hotel e tutti ne hanno scritto, amori, passaggi storici, ma anche molti omicidi. Come avrete capito abbiamo trovato fin da subito nel titolo, una bella scommessa per questo romanzo che si è tuffato a pesce in un mare-magnum di altri romanzi.
La sfida non è stata totalmente vinta dall’autrice Beate Maly che ha creato un giallo “classico”, molto gradevole, che si legge facilmente e che ci porta in un’epoca non solo con la storia, ma anche con la costruzione del romanzo. Il romanzo, ambientato nel 1920, sembra infatti uscito dalla Golden Age.
La trama è abbastanza evidente anche dal titolo e non vi voglio certo far perdere tempo raccontandovi ovvietà. Quello che invece voglio porre in risalto dal punto di vista narrativo è la costruzione dei personaggi, molto Christie, l’estrazione sociale dove sceglie di ambientare il romanzo, la borghesia (molto Christie x2) ma soprattutto la tormenta di neve che blocca tutti i personaggi. Il cliché dell’espediente per non far intervenire la polizia e permettere al nuovo personaggio d’imporsi come nuovo detective. E qui il colpo di scena, i due personaggi protagonisti dell’indagine fanno la differenza nel romanzo della Maly, i due strambi Ernestine e Anton conquistano i lettori, perché sono gli spettatori che noi tutti siamo. Lei, un’insegnante, e lui, farmacista, si trovano catapultati tra industriali e alti ufficiali militari, grazie ad un week-end all’insegna del tango, che avrebbe dovuto ospitare un’altra coppia alto-borghese ma che ha ceduto il posto all’insegnante privata dei loro figli.
Ernestine e Anton sono veramente la macchia nera sul vestito da sposa, diversi dagli altri ma con lo spirito di chi questa differenza non pensa possa esistere. Si integrano alla perfezione con questa alta borghesia che li guarda, alle volte ci ride anche sopra (autrice compresa che in alcune occasioni calca la mano). Ma loro restano sempre fedeli a loro stessi. Diversi da Poirot e Hastings, molto più vicini alla Miss Marple di Agatha Christie. Inconsapevoli detective, senza autorità alcuna, sfruttano la complicità dell’altro per dipanare una matassa che sembra, fin dal principio, inestricabile.
Molto interessante anche il prologo, che l’autrice costruisce per metterci un clima più storico di quello del giallo classico. E che alla fine trova il punto di congiungimento con tutta la storia. Un romanzo adattissimo a chi ama i gialli classici, a chi ama le locations dei grand hotel isolati. Ma adatto soprattutto a chi cerca due personaggi che possono facilmente entrare nel cuore del lettore. Sicuramente tra citazioni e déjà-lu aspettiamo che Beate Maly, per il prossimo romanzo ci regali qualcosa di veramente sorprendente.
TRAMA
Austria 1922. La crème dell’alta società viennese si trova raccolta nel lussuoso Grand Hotel Panhans am Semmering, immerso nell’incantevole paesaggio alpino, per un evento di beneficenza. Ma l’atmosfera festiva si guasta quando uno degli ospiti viene avvelenato. Come se non bastasse il delitto, l’hotel si trova tagliato fuori dal mondo a causa di una tempesta di neve. La polizia non riesce quindi ad arrivare e per tutti è impossibile la fuga, anche per l’assassino. L’insegnante in pensione Ernestine Kirsch e il suo amico farmacista Anton Böck si mettono a indagare e presto al primo crimine se ne aggiunge un altro ben più terribile.
Traduzione: Rachele Salerno
Ascolta e guarda la recensione di Manù:
Omicidio al Grand Hotel
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