IL GIOCO DELLE PARTI DI JIM THOMPSON
di MANUEL FIGLIOLINI
Nel 1949 arriva nelle librerie americane “Nothing more than murder”. Terzo romanzo di Jim Thompson, qui rieditato da HarperCollins. Un bellissimo noir che sviluppa una trama che ricorda il pirandelliano “Giuoco delle parti” ed è quello che fa rivivere Thompson in questo cruento romanzo.
Le parti qui sono 3, e tutte devono fare il loro gioco. Abbiamo Joe, la voce narrante, un uomo scaltro, affarista che si muove sempre sul filo della legalità. C’è Elizabeth, la moglie, donna più grande di Joe, più ricca di Joe e suo riscatto sociale. Una donna che è fatta di sbagli, sbagli dai quali Joe riesce sempre a tirarla fuori. Una coppia piena di ombre, ma solida, un legame che va al di là dell’amore e cede il posto alla necessità. La terza parte in questo dramma è interpretato da Carol, la ragazza bruttina che viene assunta in casa per aiutare, dare una mano, ma anche qui Elizabeth sbaglia. Portando in casa lo scompiglio.
Non sono ricchi i protagonisti di Thompson, sono persone che cercano di barcamenarsela. Rimanere a galla, fino a quando l’idea giusta arriva. Cercare una donna tramite un annuncio che possa sembrare a Elizabeth, ucciderla e intascare i soldi dell’assicurazione. Tutto facile, semplice … ma non può finire così.
Thompson disegna un noir crudele e cruento, con dei personaggi dalla dubbia moralità che vivono in un paesino americano. Il titolo è la frase di un pensiero di Joe, “Nulla più di un omicidio” che riassume tutta la loro moralità, riassume una vita fatta di escamotage per poter galleggiare. Senza nuotare.
Un romanzo in prima persona che mostra le capacità letterarie di Thompson, l’interpretazione del pensiero di una società, in un’epoca. Un noir a slavina, con il passare delle pagine tutto s’ingigantisce e quel semplice ed inutile omicidio, diventa il macigno che incombe su tutti. Quel macigno capace di distruggere i sogni di gloria di Elizabeth e Joe.
Lo sfondo al romanzo lo fa il mondo dei cinematografi, i compromessi, gli inganni e le supremazie. La cultura che cede il passo alle necessità economiche, la prepotenza del più forte che soccombe al più furbo. In uno scenario di furbi, persone attente all’altro riusciranno i nostri protagonisti a dimostrare la loro furbizia come un arma vicente?
Protagonisti incastrati nelle loro parti, parti che vincolano economicamente i personaggi. Il tutto con un linguaggio diretto e senza fronzoli, dove la psiche umana, la reazione e la causa sono il vero ambiente del romanzo.
TRAMA
Quando nella fiacca routine di Joe ed Elizabeth, che insieme gestiscono l’unico cinematografo della cittadina di Stoneville, irrompe la giovane e apparentemente ingenua Carol, assistente tuttofare, nessuno penserebbe mai che una storia di corna possa trasformarsi nella più improbabile delle finzioni shakespeariane, per giunta nella sonnolenta provincia americana. Eppure, è proprio Elizabeth a proporre al marito e alla giovane amante un patto di ferro: accetterà di farsi da parte e scomparire per sempre, inscenando la propria morte per un terribile incidente, pur di intascare i soldi dell’assicurazione. Perché, in fondo, l’amore e il vincolo del matrimonio sono sacri, ma un bel gruzzolo e la noia possono fare tutta la differenza del mondo. Nel frattempo, Elizabeth se ne starà rintanata in un luogo sicuro, in attesa dei soldi. Detto fatto. Basta un annuncio sul giornale per trovare la candidata idonea al ruolo di vittima designata. Qualcosa naturalmente non andrà per il verso giusto, anche perché il perito dell’assicurazione sente… puzza di bruciato quando fa un sopralluogo nel cinematografo incendiato da Joe. Nubi temporalesche si addensano sulla testa del maldestro Joe. Solo la benevolenza dei suoi concittadini gli evita di sprofondare. Ma la strada, persino nel deserto, è lunga e tortuosa.
Traduzione: Anna Martini
Nulla pikù di un omicidio
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