UN GRANDE AFFRESCO DI VITA DI PROVINCIA E NON SOLO
Il paese… riposava tranquillo quella notte. Sotto spesse coperte gli abitanti si godevano il meritato riposo e il riparo da nebbia e freddo. Non si vedeva oltre la lunghezza del braccio di un bambino e il fiume, anziché scorrere, sembrava evaporare.
In una grigia mattina di novembre a Perzeghetto Olona (poche migliaia di anime vicino al lago Maggiore) il corpo senza vita della giovanissima Nadia Bignami viene ritrovato presso il lavatoio: una struttura antica, protetta dalla soprintendenza con una specie di capanno, al cui interno sembra essersi consumato l’omicidio della ragazza. Sì, perché – come le forze dell’ordine giunte sul posto non mancheranno di rilevare – sebbene non possa escludersi una caduta accidentale, il fatto che dietro alla vasca di pietra sia stato abbandonato uno zainetto con dentro portafoglio e documenti del proprietario (il ragazzo Andrea Costa, altro abitante del paese) induce a ipotizzare una sua presenza al lavatoio assieme alla ragazza: che era sua amica, tra l’altro, o meglio era la sorella del suo più caro amico.
E le indagini sembrano fin da subito confermare la colpevolezza del giovane: che del resto, raggiunto a casa – nella camera dove se ne sta al buio, raggomitolato sul pavimento – dai carabinieri, è lui stesso a confessare d’aver dato all’amica uno spintone fatale, nel corso di un diverbio le cui motivazioni restano, però, oscure. Il giovane, infatti, ha deciso di non confidare a nessuno l’oggetto della lite, e a questa decisione si manterrà fedele malgrado le pressioni di avvocati e familiari. Un’inspiegabile reticenza che potrebbe consegnarlo a una condanna più severa e che nelle sue più profonde motivazioni rappresenta il reale mistero…
Comincia così Nient’altro che nebbia, il bel romanzo di Patrizia Emilitri pubblicato dalla casa editrice TEA. Ambientato sullo sfondo di una piccola comunità, dove tutti conoscono tutti e nessun segreto per quanto ben custodito può rimaner tale a lungo, il libro della Emilitri è senza dubbio “un grande affresco di vita di provincia”: e tuttavia è anche qualcosa di profondamente diverso.
Perché il soffocante carosello di personaggi che prende vita dopo la scoperta dell’assassinio della piccola Nadia, diciannove anni appena compiuti, da parte di Andrea, anche lui poco più che un ragazzo – e uno di famiglia, in fondo, ché lui e Guido, il fratello della ragazza, si conoscono dai tempi dell’asilo (e adesso che Guido si sposa è alla sorella e all’amico di sempre che ha chiesto di fargli da testimoni di nozze). Il carosello, dicevamo, di padri, madri, fratelli, sorelle, vicini, curiosi, amici, amiche, infantili gelosie e antiche rivalità, chiacchiere da bar e giudizi malevoli, nel libro della Emilitri si stacca dal pur notevole studio di provincia per trasformarsi in un’indagine sul male e in un affresco di varia umanità che potrebbe, di fatto, svolgersi in una stazione spaziale o in un paesetto tra i monti senza che ciò ne modifichi in alcun modo la reale vocazione all’universalità.
Accade così che in Nient’altro che nebbia sia la stessa natura umana a andare in scena. Uno studio al microscopio, se si vuole, lontano però da ogni sospetto di freddezza: un mondo spesso dolente, descritto sempre con affettuosa partecipazione. Quello che l’Emilitri posa sul mondo, su questo particolare piccolo mondo, è infatti uno sguardo in qualche modo luminoso: malgrado la nebbia, il buio, il dolore che comunque, alla fine, avvolgono, avvolgeranno sempre ogni cosa.
Era l’otto dicembre. Checco mangiava avidamente il risotto allo zafferano: il miglior piatto di Giovanna che sapeva dosare burro e formaggio in modo perfetto. Ne aveva cucinato abbastanza da concedergli il bis e Checco già pregustava il secondo piatto. Giovanna non lo aveva fatto di proposito. È che ancora non aveva preso la misura, la dose per due. Cucinava ancora per Andrea che amava il cibo e non mancava mai di complimentarsi alla fine del pranzo e della cena. «Oggi la Chiesa celebra l’Immacolata Concezione della Vergine Maria», disse, più per distrarsi da quella sedia vuota accanto a lei che per il desiderio di parlare con suo marito. Forse, solo per sentire una voce in casa.
Nient'altro che nebbia
UN GRANDE AFFRESCO DI VITA DI PROVINCIA E NON SOLO Il paese... riposava tranquillo quella notte. Sotto spesse coperte gli abitanti si godevano il meritato riposo e il riparo da nebbia e freddo. ...