UNO SPASMODICO DESIDERIO DI LIBERTA’
Omar di Monopoli scrive come un Dio e la perfida terra di cui ci parla è proprio il “mio” Salento (acquisito, ma molto interiorizzato), con il caldo africano e le frasi smozzicate dei suoi abitanti, con i cani randagi a sonnecchiare sotto gli ulivi o all’ombra di qualche portone nelle ore deserte del pomeriggio.
Ma qui siamo oltre la resa “cinematografica” di un territorio: in questo romanzo l’autore scava dentro l’anima della gente e quel che ne tira fuori non è sempre facile da digerire.
Cosa troviamo in questo romanzo “gotico salentino”? Un vecchio pescatore che si ricicla profeta, i suoi nipoti (due ragazzini abbandonati a se stessi nelle aride campagne del sud della Puglia) che riscoprono l’orrore di un padre malavitoso e brutale che appare all’improvviso, ospite sgraditissimo ma inevitabile. Un convento di suore che pare l’anticamera dell’inferno e tanto, tanto, tanto altro.
L’impronta rancida della malattia non voleva saperne di abbandonare la stanza in cui il vecchio mbà Nuzzo aveva tirato le cuoia tre giorni prima, allignando ostinata anche nel soggiorno ronzante di mosche incattivite dal caldo, quando il pick-up color caffellatte, un Volkswagen sbiadito e smarmittato che sembrava pronto per il ferravecchio, spuntò oltre il limite del cancello e si fece strada lentamente sul vialetto soffiando neri sbuffi di gas di scarico e smuovendo piastre di fango raggrumato.
L’autore ha una scrittura ricercata, nel senso che ogni parola sembra essere stata studiata e messa lì, proprio in quel punto del racconto con volontà determinata: non c’è nulla di casuale in questo libro, il che non significa che il romanzo risulti artefatto, anzi si nota un desiderio quasi spasmodico di verità, di voglia, esigenza di raccontare qualcosa che segni il lettore e gli faccia nascere nell’animo la curiosità di conoscere terre e realtà spesso tenute a margine della sua vita.
Il finale del libro è l’Apocalisse e ce ne sentiamo tutti responsabili, pure vivendo a mille chilometri di distanza. In questo sta la grandezza severa di un’opera indimenticabile.
Editore: Adelphi
Anno: 2017