Colpì la pallina con molta energia, racchetta e braccio che formavano un’unica linea retta, come la tecnica prescriveva e subito si mosse rapidamente verso rete. Malgrado avesse quasi cinquant’anni, il fisico rispondeva bene alle sollecitazioni del cervello, indice di un allenamento costante, ma anche di una buona attitudine al tennis.
Ambientato a ridosso della fine della seconda guerra mondiale, la seconda indagine del commissario Maugeri entra nella nobiltà milanese. Il conte Alessandro Ranieri viene trovato morto nello spogliatoio di un prestigioso circolo tennistico. Unico indizio una parola misteriosa. Dove condurrà quest’indizio? Il commissario saprà far fronte ai dilemmi dell’indagine?
La scrittura di Capezzuoli è elegante, leggera e ben strutturata. L’ambientazione post-bellica è presente ma non invade le pagine con prepotenza ma è presente. Questa costruzione fa sembrare che il romanzo sia stato scritto veramente nel 1947 con una modernità stilistica che è più congeniale nell’attualità. Si respira tra le righe la voglia di un paese che cerca di dimenticare ma non può, perchè la guerra è appena finita da 2 anni e tutti i protagonisti l’hanno vissuta.
La nobiltà milanese ci porta alla classicità dei romanzi degli anni ’30 aumentando nel lettore la sensazione di trasporto in un’epoca lontana. Le indagini del commissario Maugeri, scarne di dettagli tecnici, richiamano i grandi giallisti di inizio secolo. La peculiarità ultima, ma non meno importante, è l’uscita dagli schemi attuali di costruzione del giallo da parte dell’autore che riesce a dargli classicità. Ma non una classicità sterile e finalizzata alla risoluzione del caso, Capezzuoli pone un dilemma … ed è questo dilemma che ti rimane nella mente, come un amaro in bocca, che il lettore non riesce a rinchiudere nelle pagine del libro, ma porta con sè … per molto tempo!
Anno: 2015