L'uomo che amava i libri

L'uomo che amava i libri

I LIBRI CI SALVERANNO 

Autore di una ventina di romanzi, George Pelecanos con il suo romanzo “L’uomo che amava i libri” ed. SEM ci ha dato una bella sferzata sulla società civile. Un romanzo noir molto americano, in una società divisa tra la corruzione ed il bene, Pelecanos ci racconta delle carceri e del concetto riabilitativo di esse, non punitivo come molti pensano che sia.

Un romanzo che è arrivato al momento giusto. Quando anche noi viviamo una sorta di prigionia che ci lascia molta più libertà di un carcerato e che ci serve a riflettere su cosa voglia dire stare in carcere, quanto una pena senza riabilitazione sia frustrante ed incivile. Quando sia importante dare ai carcerati una forma di evasione culturale per permettergli di vedere tutto diversamente e riuscire ad immaginare oltre alle sbarre.

Michael Hudson è uno di loro, un carcerato che grazie ad Anna (bibliotecaria della prigione) conosce la lettura ed inizia ad amarla. Ma presto uscirà perché si è venuti a scoprire che un testimone nel suo processo è stato manipolato proprio dal detective Orzanian. Phil Orzanian un detective spregiudicato che si fa la sua legge, insieme a Ward (un ex poliziotto) ruba i soldi sporchi ai papponi e criminali. Michael, intanto, deve costruirsi una vita al di fuori del carcere, ma Orzanian non tarderà a cercarlo per riportarlo sulla strada del crimine. Cosa sceglierà Hudson?

Un romanzo veloce e coinvolgente. La speranza del lettore che Michael ce la possa fare è presente in tutta la lettura. Michael ha conosciuto i libri, ma non è l’unico, anche altri suoi compagni di carcere. E qui Pelecanos ci racconta di quanto la lettura ed i libri siano potenti. L’autore ci spiega come leggere apra la mente, ci faccia riflettere e ci permetta di vedere le cose come lo scrittore vuole farcele vedere. Ed è come dipingere, una stessa scena vista da due scrittori diversi verrà descritta in maniera differente. E d è questo il compito di Anna la bibliotecaria, cercare romanzi che i carcerati possano leggere ed imparare a guardare più in là, oltre le sbarre ed oltre le loro convinzioni.

Un romanzo che avvince e commuove, molto significativo il momento in cui Michael, senza soldi, decide di entrare in una libreria e comprare il suo primo libro, l’amore per i libri fa superare le avversità e può donare dei momenti essenziali per sopravvivere nella nostra prigione mentale. Dall’altro lato Pelecanos ci regala Orzanian. Un detective che si fa la sua legge, lui pensa a cosa sia giusto o sbagliato, lui decide cosa sia bene e male e lo rivendica. Un personaggio dai principi forti nella sua visione. Il fulcro indiretto del romanzo, l’unico collante tra tutti i personaggi, involontario ma decisivo.

Un noir che fotografa la provincia americana regalandoci scene già viste ma, allo stesso tempo, fotografando delle mentalità criminali nel loro più profondo agire. Il titolo del romanzo in italiano acquista maggior valore ponendo l’accento sui libri. Consigliato.

Ripensando a tutti gli errori che avevano commesso il giorno della rapina, Antonius si disse che, forse, indossare il cappuccio era il primo della lista. Considerando che fuori c’erano 32 gradi, quattro uomini con pesanti felpe scure potevano solo attirare l’attenzione. Magari era per quello che la guardia del furgone blindato li aveva subito presi di mira mentre usciva dal drugstore. Per quello, e per il fatto che erano tutti armati. Certo, se lui e i suoi ragazzi non si fossero fumati tutta quell’erba prima del colpo, avrebbero potuto riflettere sulla faccenda delle felpe.

Traduttore: Giovanni Zucca
Editore: SEM