L'uomo a rovescio

L'uomo a rovescio

“Martedì ci furono quattro pecore sgozzate a Ventebrune, nelle Alpi. E giovedì nove a Pierrefort. – I lupi, – disse un vecchio. – Scendono a valle. L’altro vuotò il bicchiere, alzò la mano. – Un lupo, Pierrot, un lupo. Una bestia come non ne hai mai viste. Che scende a valle.”

Secondo libro di Fred Vargas con protagonista il commissario Adamsberg, e qui a differenza del precedente i caratteri principali del commissario si esaltano, fuori escono dalle righe della scrittrice e s’impossessano del lettore.

La struttura del libro si differenzia molto dai classici polizieschi, anche perchè la storia narrata dalla Vargas ha un sapore alla Edgar Allan Poe, dove fatti normali prendono una piega sovrannaturale fino all’intervento del commissario Adamsberg.

I personaggi hanno tratti forti, tipici della Vargas e le donne forti, mascoline e caparbie, sono capaci di prendere in mano la situazione.

Dalla normalità, al sovrannaturale per finire con un colpo di scena che lascia a bocca aperta il lettore ma anche i personaggi del romanzo.

Fred Vargas riesce in poche pagine a farci affezionare a Camille, a Soliman e al Guarda. Ed  è in questo secondo volume di Adamsberg che gioca la sua carta segreta, quello che nel primo libro era un semplice commissario, un po’ sopra le righe, diventa un punto saldo per il lettore, che dimostra la sua affezione per questo commissario dalle risposte sempre pronte.

Il dosaggio degli ingredienti di un buon libro giallo sono stravolti, ma da sapiente cuoca la Vargas, ci impiatta una storia forte, continua, che non ti lascia un attimo di respiro, che sia amore, delitto o indagine. Tutte le componenti s’intrecciano e ti portano in un unico viaggio con i personaggi. Consigliatissimo.

Traduzione: Yasmina Melaouah
Edizione: Einaudi

Anno: 2012