UN THRILLER CHE TOCCA CORDE PROFONDE
Seppur descritta con un certo tatto – senza sensazionalismo o sbavature macabre – la scena in cui il lettore si trova coinvolto è disturbante: un’immagine che tocca corde profonde e scuote sentimenti ancestrali, generando quasi un rifiuto istintivo di fronte all’accaduto.
In una squallida palazzina della periferia romana, la polizia trova il cadavere di una donna a cui un folle ha asportato il feto di 5 mesi. Inizia così la caccia al killer, chiamato per evidenti motivi
“L’Escissore”. A indagare su questo sconvolgente delitto intervengono un criminologo e una profiler, che districano una trama in cui molta carne è messa al fuoco. L’abominevole crimine di periferia infatti assume a un certo punto i toni dell’indagine internazionale, portando il lettore su diverse strade.
L’autore, italianissimo, gioca un po’ con lo stile americano, tuttavia il risultato è credibile e personale. Il rischio della banalità o dell’imitazione di un genere – in cui spesso gli scrittori nostrani
inciampano – è scongiurato da una scrittura piacevolmente tradizionale, leggera, genuina. Una spontaneità che toglie pesantezza al risultato finale, portando questo romanzo verso una dimensione più gialla e meno thriller. A mio parere in senso positivo.
L'ultimo rintocco
UN THRILLER CHE TOCCA CORDE PROFONDE Seppur descritta con un certo tatto - senza sensazionalismo o sbavature macabre - la scena in cui il lettore si trova coinvolto è disturbante: un'immagine ...