Se i libri non ci piacciono, per scelta, non ne parliamo. Questo è sempre stato il nostro pensiero. E molti libri che evitiamo di recensire sono esordi letterari, e molte volte peccano di presunzione. Luigi Martinuzzi oltre ad essere al suo primo romanzo è riuscito a lasciare un piccolo segno nel lettore (non trascurabile nella miriade di libri pubblicati).
In una stanza c’è un uomo nudo e disteso supino sul suo letto. La sua pelle è ancora umida dopo un lungo bagno nell’acqua fredda. Le sue dita sono intrecciate sotto la testa e guarda il soffitto bianco, talmente bianco che sembra un immenso foglio da disegno dove poter proiettare, con la forza del ricordo e dell’immaginazione, le sequenze della propria vita. La luce debole del lampadario illumina il viso, momentaneamente rilassato. C’è una parte di lui che non vorrebbe mai procedere con il piano, ma è troppo tardi perchè questa prenda il sopravvento e lui cambi idea.
Il romanzo è ambientato a Springfield in Massachusetts. Un agente dell’ FBI, John Bay, sembra tornato quello di una volta, dopo aver superato la perdita in un incidente della moglie, anche grazie al collega Simon Lower. Ma è tutta una calma apparente perché ad attenderlo ci sono l’improvvisa morte di Simon e le indagini sull’Annegatore, un serial killer ossessionato dall’acqua che vuole purificare le sue vittime.
Gli ingredienti del classico thriller all’americana ci sono tutti, Luigi Martinuzzi non se n’è dimenticato neanche uno. All’inizio può sembrare pretenzioso da parte sua, ma durante la lettura si vede come l’autore abbia levato dalla sua scrittura quella pesantezza caricaturiale tipica americana rendendolo veramente fluido e trascinante. La trama è classica del thriller ma il doppio epilogo è l’originalità del romanzo di Martinuzzi. Finalmente uno scrittore che ha il coraggio di assumersi il suo personaggio e sa cosa vuole da lui.
I personaggi del romanzo di Martinuzzi sono delineati a grandi pennellate e sanno stupire il lettore, l’autore esce dal gioco dell’eroe e antieroe e cerca di mischiare le carte, trascinando il lettore lungo tutte le pagine del romanzo. La suspense è usata con giusto peso ma anche i flash-back dei personaggi (tipici americani) tengono il lettore incollato alle pagine del libro senza farlo perdere tra le pagine del libro. Perchè un rischio che ha evitato, non so se per caso o calcolato, è la lunghezza esagerata del romanzo. L’autore riesce a dire in 280 pagine, quello che uno scrittore americano direbbe in 400, e questo non è trascurabile.
L’esordio di Martinuzzi è un libro da non perdere, un romanzo che si fa leggere velocemente, che incolla alle pagine e che lascia il respiro sospeso nell’attesa di un secondo romanzo. Un esordio da non perdere, un autore da seguire che diventerà grande pagine scrivendo.
Musica consigliata: Labyrinth di Elisa, per la forza e per il ritmo, ma anche perchè molte volte quando gli italiani si cimentano in territori anglofoni riescono ad essere superiori.
Editore: Leone Editore
Anno: 2016