L'ultimo omicidio alla fine del mondo

L'ultimo omicidio alla fine del mondo

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Published: 22/10/2024

Format: brossura

ISBN: 9788854529182

E’ QUESTO IL FUTURO DELL’UMANITA’? ALLORA CI DOBBIAMO PREOCCUPARE DAVVERO

di BARBARA MONTEVERDI

L’ultima isola alla fine del mondo raccoglie gli ultimi centoventidue esseri umani sulla faccia della Terra, che muoiono serenamente, di regola, allo scoccare del sessantesimo anno d’età. Tranne i tre Savi che – quando li incontriamo – hanno ben più del doppio degli anni di tutti gli altri.

La vita scorre apparentemente pacifica, con i compiti di ognuno scanditi ad orari regolari e un sentimento generale di solidarietà e di amicizia. Ma non tutto è come sembra.

“Nei dormitori gli abitanti del villaggio sbadigliano sui letti arrugginiti, si stiracchiano, e i loro primi pensieri iniziano a tamburellare sulla mia coscienza come un acquazzone su una tettoia di lamiera. Gettano le gambe fuori dal letto e si prendono la testa tra le mani, stupiti da quanto si sentono stanchi e per i muscoli indolenziti. Le macchie di lubrificante sparse ovunque sulle loro braccia ieri sera non c’erano. Hanno le nocche bruciacchiate. I sandali non sono più dove li avevano messi dopo esserseli tolti. Tre generazioni di abitanti del villaggio hanno vissuto in queste camerate e dormito su questi letti, e al risveglio si sono sempre trovate davanti gli stessi misteri.”

Ed ecco che facciamo conoscenza con Emory, una donna curiosa che si pone molte domande ed è una persona scomoda, naturalmente, impavida e determinata, tenuta discosta da tutti proprio perché, con il desiderio di comprendere la realtà, crea disagio nella mente di chi la circonda; ma nel corso del romanzo non sarà l’unica a chiedersi cosa stia succedendo davvero sull’isola e verrà aiutata a scoprire il colpevole di un omicidio. Mano a mano che ci si addentra nella narrazione distopica di Turton, sembra di essere piombati all’interno di Lost, la serie televisiva dallo sviluppo tentacolare, ma qui – a parte l’atmosfera, piuttosto simile – il racconto è più lineare, anche se ci introduce in uno scenario post apocalittico veramente da brividi e non possiamo che augurarci di non doverlo vivere mai. Alcuni comportamenti sottolineati dall’autore sono, però, tipici della nostra società moderna – ci piaccia o no – e il girare la testa dall’altra parte, il non voler vedere le contraddizioni di chi ci domina, la comoda posizione di gregario che ubbidisce, si adatta e non si pone domande pur di trarne un giovamento effimero ma immediato, sono caratteristiche sociali oggi molto presenti tra noi e questo noir distopico sembra, ogni tanto, un grido d’allarme per le nostre coscienze.

Più ci si inoltra nel racconto, più il mistero diventa oscuro, opaco e apparentemente senza soluzione. Oddio, subentra anche una sorda irritazione nei confronti dei giulivi pecoroni che sopravvivono sull’isola guardando storto chi si permette di porre domande, ma ogni tanto il tocco maligno di Turton ci ripaga di questo disagio. E comunque nulla è come sembra e bisognerà arrivare alla fine di questa narrazione per comprendere quel che accade.

Lettura piuttosto appassionante (soprattutto all’inizio) per lo sviluppo di un racconto molto atipico nell’ambientazione, meno avvincenti sono, invece, i dialoghi che ho trovato spesso poco incisivi e a volte confusi. Ma si sa che questo è un aspetto delicatissimo e spesso anche i buoni autori scivolano affrontando il discorso diretto. L’altra pecca è la lunghezza, decisamente eccessiva, visto che l’ultimo terzo del libro è un continuo girare a vuoto alla ricerca di un assassino la cui morte dovrebbe – non si capisce come – salvare gli abitanti dell’isola dall’essere fagocitati da una nube mortifera che avanza. Il continuo chiedersi dei protagonisti (in preda ad amnesia collettiva) “Sei stato tu? Sono stato io?” disinnesca la tensione al punto che il lettore alla fine vorrebbe solo che la storia si concludesse, in qualsiasi modo. Anche questo ricorda Lost, se la memoria non mi inganna.

La mia conclusione è che vale la pena leggere questo romanzo soprattutto perché evidenzia le pecche di una società malata e spinge a chiedersi cosa davvero si dovrebbe fare per riedificarla. Quanto alla vicenda criminale, perde purtroppo forza nelle ultime cento pagine e lascia un po’ di amaro in bocca.

TRAMA

Fuori dall’isola non c’è nulla: il mondo è stato distrutto da una fitta nebbia che ha invaso il pianeta, devastando tutto e uccidendo qualunque forma di vita. Sull’isola, invece, ogni cosa è idilliaca: la natura è rigogliosa, l’aria pulita e centoventidue persone vivono in perfetta armonia, sorvegliate da Niema, suo figlio Hephaestus e Thea, tre scienziati che sono stati in grado di proteggere quel luogo paradisiaco dalle insidie esterne. Gli abitanti del villaggio hanno poche pretese, si accontentano di pescare, coltivare i campi e godere dei frutti della terra e se hanno un dubbio possono appellarsi ad Abi, un’entità che ognuno di loro sente nella propria mente. L’importante è che rispettino sempre il copri fuoco e le regole imposte dagli scienziati. Fino al giorno in cui, con orrore degli isolani, Niema, la scienziata più anziana, viene trovata brutalmente uccisa. Oltre ad aver lasciato l’intera isola sotto shock, l’omicidio ha innescato un abbassamento del sistema di sicurezza intorno all’isola, l’unica cosa che teneva a bada la nebbia. Se il caso non verrà risolto entro 107 ore, la nebbia soffocherà l’isola e tutti i suoi abitanti. Ad aggravare la situazione c’è che il guasto nel sistema ha anche cancellato la memoria di tutti gli abitanti: nessuno ricorda più ciò che è accaduto la notte precedente, il che significa che qualcuno sull’isola è un assassino e non sa di essere. Nel frattempo, il tempo stringe.

Traduzione: Christian Pastore
3.6Overall Score

L'ultimo omicidio alla fine del mondo

E’ QUESTO IL FUTURO DELL’UMANITA’? ALLORA CI DOBBIAMO PREOCCUPARE DAVVERO di BARBARA MONTEVERDI L’ultima isola alla fine del mondo raccoglie gli ultimi centoventidue esseri umani sulla faccia ...

  • Trama
    4.0
  • Suspense
    3.8
  • Scrittura
    3.0

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