TRAMA

 Se non ci riusciamo, siamo condannati a rinascere ancora e ancora, prigionieri di questo mondo, e a vivere un’altra vita di sofferenza come uomini o animali”

C’è un sentimento umano che non crolla, non muore, non scompare e che si tramanda tra generazioni in ogni modo possibile: la vendetta. Chi ritiene di avere subito un torto, di essere stato rovinato per amore, credo religioso, brama di potere o atto di superbia non dimentica e lavora indefessamente affinché il torto subito non venga ripagato o contraccambiato. Su questo sentimento universale, potente e ancestrale Glenn Cooper costruisce buona parte dell’architettura narrativa del suo ultimo lavoro letterario. Ed essendo uno dei “raccontatori di storie” più bravi che abbiamo in questo genere partendo dalla ricetta di base aggiunge ingredienti sorprendenti e di grande impatto emozionale al fine di presentare a chi legge la più ricca delle pietanze dove storia e leggenda vanno di pari passo, l’adrenalina scorre copiosa in ogni singola pagina e i personaggi sono di quella magnificenza a cui Cooper ha abituato tutti i suoi lettori. In L’ultimo conclave nello sbalorditivo scenario della Cappella Sistina si consuma la vendetta di un gruppo di uomini determinate a lavare un’onta antica, mettere fine al cattolicesimo e addirittura salvare il mondo. Intanto, Giovanni XXIV a pochi giorni dalla sua elezione al soglio pontificio viene trovato morto nel suo letto e tutti i cardinali votanti che dovrebbero eleggere il nuovo papa sono spariti dalle mure di uno dei posti più sicuri e sorvegliati al mondo. Ce la faranno Cal Donovan e i suoi volitivi e abilissimi cooperatori a salvare la Santa cattolica apostolica Chiesa romana da una minaccia antica e oscura? 

INTERVISTA

Glenn, grazie come sempre per l’intervista.  In quest’ultimo libro c’è una storia nella storia: la Cappella Sistina trovata vuota durante il conclave, con tutti i cardinali spariti, e la storia di antichi crimini.  Da dove sei partito per creare qualcosa di così complesso e affascinante o cosa ti ha ispirato?

È stata proprio quell’immagine che mi ha portato a scrivere il libro. Un giorno mi è venuto in mente e ho pensato che fosse molto drammatico e cinematografico. Il mio problema era che non avevo una storia che lo accompagnasse. Così, ho lavorato per diversi mesi per trovare una trama emozionante e avvincente, e quando l’ho trovata, ho avuto un altro problema. Come faccio a far sparire tutti i cardinali dalla Cappella Sistina senza invocare David Copperfield? Una volta che la mia cara amica, Micaela Antonucci, professoressa all’Università di Bologna, ha offerto una soluzione, ho avuto la mia storia. 

Ancora una volta il personaggio su cui i lettori concentrano la loro attenzione è Elisabetta, perché è una donna gentile e forte allo stesso tempo. Quindi, sarà sempre il contrappunto perfetto al personaggio di Donovan, o avete già in mente qualche altro protagonista altrettanto efficace?

Elisabetta aveva acquisito importanza rispetto ai sei precedenti libri di Cal Donovan, ed era giunto il momento di renderla co-protagonista con Cal. Ho usato il suo personaggio per far luce su come il Vaticano tratta le donne. Questo tema si incastra perfettamente con la storia de L’ultimo conclave, che ruota attorno a una setta paleocristiana chiamata catari che considerava uomini e donne uguali nel sacerdozio. Il libro affronta anche la relazione tra Cal ed Elisabetta. Senza svelare nulla, penso che vedremo il loro ruolo di co-protagonista continuare ad evolversi nei libri futuri.

La Cappella Sistina, il Vaticano, Roma, ma anche un po’ di Francia e Stati Uniti in questo tuo romanzo. Ma quale location ti è piaciuta di più? Di cosa ti è piaciuto di più scrivere?

Dovrei dire che è stato il Vaticano. Conoscere alcune delle complessità storiche della Cappella Sistina è stato un esercizio affascinante e spero che i lettori scopriranno parte di ciò che ho fatto. Non sono sicuro che mi stancherò mai di scrivere del Vaticano.