RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE.
di BARBARA MONTEVERDI
Camaleontico e perfettamente a proprio agio con l’eloquio di epoche differenti, Riccardo Targetti imbastisce un romanzo storico, giudiziario, spionistico con abilità. Se nello svolgimento del suo Ufficio (Pubblico Ministero specializzato nei reati finanziari presso il Tribunale di Milano) ha scritto relazioni con il medesimo piglio, sarebbe il caso di riprenderle e leggersele: dovrebbero essere senz’altro intriganti.
Questo suo racconto parte da subito su 3 piani sfalsati: una giovane giornalista dei tempi nostri si presenta presso l’abitazione di un anziano magistrato in pensione per fare chiarezza sul modus operandi della magistratura durante il ventennio fascista. Da qui si dipana un racconto che ha i suoi antecedenti in un oscuro e scabrosissimo delitto avvenuto nel 1917, per completarsi diciannove anni dopo con la richiesta dell’orfana della coppia trucidata di fare chiarezza una volta per tutte sulla morte dei suoi cari.
L’alto magistrato, che si era alzato per aprire le finestre e far entrare in ufficio un po’ di tepore primaverile, scuoteva la testa, scettico e perplesso. Si stava domandando perché mai la Procura gli avesse inviato quello strano ricorso, se non ci fosse qualcosa di irregolare, di storto, addirittura di oscuro in quella faccenda: riaprire un caso di omicidio, un duplice omicidio, in effetti, e particolarmente feroce, ma ormai sepolto da tempo. Risalire a quasi venti anni prima! E per cercare cosa poi? Le Assise, al termine di un processo rapido ed esemplare, avevano condannato i due imputati, due autentici pendagli da forca, alle pene che meritavano: l’ergastolo per l’uno, l’assassino, e sei anni per il suo degno compare. E dopo poco la Suprema Corte di Cassazione aveva pronunciato la parola fine su quel torbido delitto. E allora cosa si voleva ancora dalla Giustizia?
Tre livelli differenti, tre ambienti socio-culturali molto diversi, un’unica voce narrante che si inserisce e mimetizza perfettamente tra le pagine di questo bel libro, che forse soffre verso la fine di un eccesso didattico: Targetti spiega (con molta chiarezza) quale fosse il contesto storico-politico che aveva provocato la drammatica esecuzione e lascia intravedere gli sviluppi che porteranno all’incombente Seconda Guerra Mondiale. Tutto assai preciso, ma un po’ troppo pedante per un romanzo che fino a qui è stato molto agile e improvvisamente viene in qualche modo soffocato dal desiderio di spiegare tutto, ma proprio tutto della situazione europea dalla fine della Grande Guerra all’orlo del precipizio della successiva.
Esclusa questa parentesi, la lettura risulta avvincente e interessante proprio nei suoi risvolti storici e in un Paese dalla memoria labilissima come il nostro è importante rivivere momenti lontani, ma non per questo meno angoscianti e pericolosi.
TRAMA
1936, anno XIV dell’Era Fascista. Al presidente del Tribunale di Milano giunge dal Ministero degli Esteri retto da Galeazzo Ciano la richiesta di riesaminare un vecchio caso criminale. Nel 1917, in piena guerra, una famiglia di ricchi industriali svizzeri è stata massacrata nel suo appartamento milanese. I colpevoli, due balordi prontamente arrestati, sono stati a suo tempo processati e severamente condannati. Perché, allora, riaprire l’istruttoria vent’anni dopo? E perché affidarla a un giudice di basso livello come Arturo Ridolfi, detto “lo zoppo”, un mutilato di guerra normalmente adibito a procedimenti per furto, rissa e piccole truffe? L’apparente semplicità del caso non spiega poi perché alcune personalità del Regime sostengano a parole la richiesta del ministero, ma facciano poi di tutto per ostacolare le nuove indagini. Arturo Ridolfi si rivela un giudice pignolo, testardo e capace. Non lo spaventa indagare anche tra le alte sfere, andando contro le regole non scritte del Regime. Grazie all’intraprendenza del giovane brigadiere romano che lo assiste, il giudice riesce ad aprire uno squarcio su uno scenario molto più ampio e drammatico di quello di un efferato delitto per rapina. Sullo sfondo, la guerra civile in Spagna, le celebrazioni e i fasti delle Olimpiadi nel Reich Hitleriano e un mondo che si avvia a grandi passi verso un secondo, ancor più catastrofico conflitto.
Ascolta l’incipit letto da Barbara:
L'ultima via d'uscita
RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE. di BARBARA MONTEVERDI Camaleontico e perfettamente a proprio agio con l’eloquio di epoche differenti, Riccardo Targetti imbastisce un romanzo storico, ...