L'oro di Baghdad

L'oro di Baghdad

QUANDO L’ORO GRONDA SANGUE

Splendido trattato di socio-politica moderna. Forneris ci scaraventa senza troppi complimenti nella Guerra del Golfo con tutti gli annessi e i connessi. A dire il vero, la guerra c’è già stata, ma le conseguenze (come ben vediamo tutti i giorni) continuano a farsi sentire e la pace non è arrivata mai nelle terre martoriate del Medio Oriente, anzi.

Ma oltre allo squadernamento delle tattiche spionistiche e militari che sono state, sono e purtroppo saranno, dietro questo conflitto c’è anche una storia appassionante e molto, molto ben congegnata, che ci obbliga ad avanzare con calma nella lettura per non perdere un nome, una data, un collegamento tra i tanti che ci vengono presentati, eppure la voglia sarebbe quella di correre perché gli accadimenti sono moltissimi, gli scenari vari e i personaggi più che inquietanti.

Quasi con sgomento scopriamo che quelle che ci sembrano le figure più romanzesche sono, in realtà, persone in carne ed ossa (o lo sono state) di cui possiamo leggere un’interessante scheda posta al termine del volume. Forse i brividi maggiori ci vengono da lì e non possiamo evitare la vocina tremula nel cervello che sussurra: “Ma in che mani siamo?” Non è una gran bella sensazione, ma ci fa diventare grandi.

La storia inizia nel 2004 con la scomparsa in Siria di un notevole quantitativo di lingotti d’oro, parte di un tesoro (di Saddam Hussein o di altri, poco importa) su cui tutti, ma proprio tutti, vogliono mettere le mani. L’idea di partenza è che le strade dell’inferno sono lastricate d’oro. E temo che sia un assioma inconfutabile.

David Faure, di origini italiane ma trapiantato in California (quando non è in giro per il mondo) viene ingaggiato dalla CIA per seguire le tracce dei lingotti scomparsi, ma subodora che dietro alla missione ci sia molto di più. Spinto da un irrefrenabile istinto da segugio, Faure si ritrova in Siria in compagnia di una affascinante e determinatissima esperta di Medio Oriente, analista per la CIA, che lo guida da Amman a Palmira e oltre, in un turbinio di avventure e incontri inaspettati con gli uomini e con la Storia.

La prima sensazione di David fu quella di una caduta negli inferi. Scesero lungo una scala di pietra che correva intorno a un pozzo, l’opposto di ciò che accadeva nel mondo di sopra, nelle torri medievali che costellavano la sua nazione. Al centro del pozzo c’era solo una profonda oscurità e David istintivamente scese i gradini appoggiandosi con la massima prudenza alle pareti. La discesa si interruppe dopo un centinaio di gradini. (…) Quando varcarono la porta s’imbatterono in uno spettacolo inaspettato, un salone quadrato, i lati profondi una decina di metri, con bassorilievi ad altezza d’uomo che si sviluppavano lungo tutte le pareti.

Dalla metà in poi, il racconto si fa adrenalinico e la sensazione che ciò che viene narrato sia del tutto plausibile e potrebbe accadere davvero, inchioda alla poltrona. E meno male che è una poltrona e non il SUV di David Faure e compagni che caracolla lungo una pista sabbiosa piena di trappole, sabbia e crudeltà.

Spiace aver terminato questo libro appassionante, spiace che le cose raccontate ci appassionino. Il vostro recensore è diventato filosofo: miracolo di Forneris.

Editore: Sandro Teti
Anno: 2019