L'onore e il silenzio

L'onore e il silenzio

GIALLO ANTICO E RAFFINATO

Un mattino lungo la linea ferroviaria in costruzione nei pressi del paesino calabrese di Borgodivalle viene scoperto il corpo ferito e mutilato dell’ingegner Alessi, direttore dei lavori e responsabile della costruzione del ponte di ferro sul Crati.

Il brigadiere Maisano, affiancato dall’appuntato Varcone, inizia le indagini che procedono lentamente fra frasi non dette, diffidenza ed omertà.
Gli abitanti del tetro paese forse non sono ancora pronti per il cambiamento tecnologico, sono chiusi ed ostili verso gli estranei .
Stanco per le lunghissime salite in mezzo ai boschi e sfiduciato, Maisano esamina meticolosamente tutte le piste possibili senza mai arrendersi, nonostante i risultati tardino a comparire.

Gennaro Loiacono, onesto caposquadra degli operai del cantiere ferroviario, prende parte suo malgrado alle indagini e cerca di proteggere i suoi uomini ai quali è molto affezionato. Convocato da don Adriano, il padre del morto, il caposquadra viene a conoscenza di segreti che lo fanno soffrire nell’atroce dubbio se tacere, e tenere fede alla parola data, o se fare la cosa giusta, e parlare con le forze dell’ordine.

-Dunque abbiamo un segreto- continuò. – Chi lo sa se un giudice o qualcun altro di quelli che indagano ci chiederà mai questa cosa, ma per rispetto dei morti e dei vivi io negherò di saperlo e vi prego, vi sto scongiurando, di fare altrettanto.-
Gennaro voleva fuggire per il disagio. Maturava il sospetto di non comprendere la faccenda a cui il vecchio stesse davvero alludendo…..

Sarà proprio Loiacono, ascoltando le confidenze dei suoi uomini, a capire la verità in un commovente ed inaspettato finale nel quale il lettore prova empatia per l’assassino.

Il romanzo, ambientato nel 1924, è un noir immerso in un’atmosfera antica .
Il racconto e la tematica descrivono un tempo passato, nel quale vigevano leggi  diverse dalle attuali e l’onore e le tradizioni erano fondamentali.
La lettura scorre piacevolmente: i dialoghi bilanciano perfettamente le descrizioni e il libro non risulta mai noioso o antiquato.

Il linguaggio usato dall’autore è raffinato ed accurato. Le  belle descrizioni dei sentieri, dei boschi, degli stati d’animo dei personaggi ci rendono partecipi della storia come se vivessimo al suo interno.

Lo stile colto piacerà ai lettori che amano Sciascia, Cassola, Pavese, Ginzburg ed altri grandi autori italiani, ma anche a chi apprezza un noir dalle sfumature tenui ed eleganti.

Gianni Mattencini, magistrato, vive e lavora a Bari. È autore dei romanzi Nel cortile e poco oltre (2013) e I segreti degli altri (2016).

Editore: Rizzoli
Anno: 2018