Lo scacchista del diavolo

Lo scacchista del diavolo

Editore:

Published: 09/06/2023

Format: Brossura

ISBN: 9788832067538

TRA GUERRE, PESTILENZE E TERREMOTI IL MONDO E’ PROPRIO SEMPRE LO STESSO. O NO?

di BARBARA MONTEVERDI

Gennaio 1630. Samuele, ferrarese scampato sessant’anni prima a un terribile terremoto nella sua città natale e ormai trapiantatosi a Livorno, si trova a dover raccontare la sua storia di gioventù a un cavaliere che conosce altri pezzi del medesimo racconto, mentre stanno sorgendo le prime avvisaglie di un’epidemia di peste. Della serie: non facciamoci mancare nulla. E quanto a questo, aggiungiamo pure una scrittura piuttosto arzigogolata che rende benissimo l’atmosfera dei tempi narrati, ma non facilita la lettura.

Insomma, la storia inizialmente sembra cruenta (prima di arrivare a pagina 30 abbiamo già un agguato con duello cappa e spada che vede coinvolti 7 cavalieri), è perfettamente ambientata, ma necessita di una certa concentrazione.

Come si evince dal titolo, il pezzo forte del racconto è (o dovrebbe essere) la scacchiera, ma da questo punto di vista, niente paura: è meno invasiva di quanto si potrebbe supporre e non c’è bisogno di conoscere il gioco degli scacchi per apprezzare la trama, io stessa non ne capisco nulla ma ho trovato l’architettura narrativa non troppo complessa, anche se piuttosto spezzettata.

L’altro aspetto particolare del romanzo sono le precise e puntigliose narrazioni di usi e costumi della Corte ferrarese, con la descrizione estremamente precisa di un sontuoso pranzo, degli ospiti più o meno aristocratici ma tutti cafonissimi (almeno secondo il nostro vivere quotidiano) e l’indecorosa fine dovuta allo sfondamento del palco su cui era stata imbandita la procellosa mensa.

Il vero punto dolente della faccenda è che la storia non decolla: si è detto che nei primissimi capitoli c’è movimento, ma la trama sembra poi avvolgersi su se stessa e a pagina 130 (di 384 in totale) ancora ci si chiede dove l’autore andrà a parare, mentre continua a farci saltare dal 1570 al 1630 senza un attimo di respiro.
Arrivati a tre quarti del racconto, ecco cosa dichiara il protagonista:

Ora che i miei ricordi si scambiano di posto e giocano a rimpiattarsi come fanciulli (…) non distinguo più le storie romanzesche dalle quali avevo faticato a distogliere gli occhi e non so più se Angelica fosse una principessa del Catai o di Gerusalemme, né quali furono le imprese di Rinaldo e quali di Ruggiero, se Orlando amò Clorinda, e se fosse o meno Bradamante la bella musulmana etiope.

E se non ci si raccapezza lui, cosa può fare il povero lettore? E’ presto detto: prosegue la lettura senza chiedersi più una seppur minima spiegazione che lo possa orientare, subisce disfide poetiche e scacchistiche, impara qualcosa su Torquato Tasso (anche lui tra i protagonisti del libro), sul gioco degli scacchi rinascimentali e sulle vicende legate alla peste del 1629-1631.

Ma alla fine si appoggia sfibrato alla spalliera della poltrona, appesantito oltre modo dalla dovizia di argomenti e particolari, senza aver capito quanto questo tomo impegnativo lo abbia davvero arricchito.

TRAMA

Il 16 novembre del 1570, Ferrara è scossa da uno spaventoso terremoto che mette in crisi ogni certezza, incrina l’ordine sociale e scatena le predicazioni che annunciano la fine dei tempi. Per rispondere a Papa Pio V che legge il terremoto come punizione divina per l’accoglienza dei giudei a Ferrara, il Duca Alfonso promuove un convegno per spiegare come il terremoto sia un fenomeno naturale, ma la moltiplicazione dei discorsi si rivela inversamente proporzionale alla capacità di spiegazione della crisi e stride nel contrasto fra il lusso della corte e la carestia che affligge la popolazione. Intorno a questo evento si intrecciano la pluralità di trame del libro che convergono nell’organizzazione a Ferrara di un torneo di scacchi fra i campioni dei sovrani cattolici d’Europa col quale il Duca, grazie al grande scacchista Paolo Boi, spera di riacquistare il prestigio politico perduto. Nello stesso frangente, Torquato Tasso inizia a comporre un poema eroico nel quale, salvando la dimensione magica dei suoi predecessori, vorrebbe narrare l’orrore che pervade il mondo, ma anche la potenza perturbante dell’amore suscitato dall’enigmatica Honoré; mentre Johan, mercante fiammingo, cerca di sobillare le comunità calvinista ed ebraica per costruire una libera Repubblica del Nord e la giovane ebrea Myriam ricerca nei sogni profetici la propria libertà. Sessant’anni dopo, mentre infuria la terribile peste del 1630 e il re di Svezia riapre la Guerra dei Trent’anni invadendo la Germania, uno dei personaggi laterali di quelle vicende rilegge i fatti narrati, alla ricerca di un senso che in passato gli era sfuggito. Un romanzo che attraversa quelle terre incognite che separano il vecchio che tramonta dal nuovo che ancora non si vede, con eventi e personaggi che mostrano sorprendenti analogie con l’epoca contemporanea.

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

 

2.7Overall Score

Lo scacchista del diavolo

TRA GUERRE, PESTILENZE E TERREMOTI IL MONDO E’ PROPRIO SEMPRE LO STESSO. O NO? di BARBARA MONTEVERDI Gennaio 1630. Samuele, ferrarese scampato sessant’anni prima a un terribile terremoto nella ...

  • Trama
    3.0
  • Suspense
    0.0
  • Scrittura
    5.0

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