
L’INSOSTENIBILE MACIGNO DEI SEGRETI FAMILIARI
di ANTONIA DEL SAMBRO
É intensa, anzi intensissima questa lettura del nuovo lavoro di Camilla Sten che Fazi editore ha appena pubblicato nella collana Darkside.
Protagoniste assolute le donne, nel loro essere madri, mogli, sorelle, figlie, nipoti, amanti, amiche.
C’è l’intero universo narrativo che si spiega attorno a esse e che guida la suspense ma anche la durezza e insieme la fragilità di essere donne. Una condizione che la Sten traduce nell’antico paradigma di Eva contro Eva ma aggravato e declinato dai rapporti familiari.
Rapporti duri e induriti da condizioni sociali ed economiche differenti ma anche da attitudine diversa alla superbia; una superbia che deriva da una sfacciata bellezza o da una necessità di semplice sopravvivenza o ancora da un moto di vendetta che deve essere appagato per legge universale più che per vera convinzione personale.
Camilla Sten divide la sua narrazione esattamente tra le menti e le braccia. Ai primi, cioè alle protagoniste femminili, lascia la progettualità, la fattibilità, la costruzione e la riflessione di ogni azione, ai secondi, ovvero ai personaggi maschili, la realizzazione di tutto questo. Gli uomini di questo giallo psicologico sono mezzi e strumenti. È attraverso loro che si dipanano i gli atti fondamentali e i comportamenti successivi ma sono le donne a essere le uniche “deus ex machina”.
In L’erede insieme al paradigma che pone l’Eva contro Eva c’è anche l’esplicazione più compiuta del concetto di delitto e castigo. Si uccide sapendo che si verrà puniti, si tradisce sapendo che si verrà condannati, si umilia sapendo che si verrà perseguiti. Ognuno insegue una vendetta personale che si intreccia con altre vendette che seguono percorsi diversi ma fini similari. La tensione narrativa poggia esattamente su questo: il lettore percepisce ma non sa nulla fino all’ultimo capitolo. Comprende che nessuna azione rimarrà impunita ma non conosce la Nemesi che compirà il tutto.
E siccome il divario, evidentemente voluto e ricercato dall’autrice, tra personaggi maschili e personaggi femminili è troppo netto e dissimile, c’era bisogno di un “contenitore”, una scatola perfetta e neutra che potesse accogliere l’intera narrazione e le azioni conseguenti e che avesse la stessa funzione del coro greco: la casa. L’abitazione di vacanza maestosa e lussuosa di una famiglia nobile e ricca che nasconde, tutela, testimonia, segreti ed efferati omicidi, crisi familiari e tradimenti, splendore e orrore. È la casa che guida e istruisce la protagonista del libro come il coro nelle tragedie classiche; la avverte, persino a tratti la consiglia e le suggerisce che la verità, alla fine, non così nascosta come lei pensa.
Un giallo di grande iato che racconta di una Svezia semisconosciuta e lontana, gotica a tratti e sempre fascinosamente misteriosa. Da leggere tutto di un fiato.
TRAMA
Verità inconfessabili sepolte nel tempo. Una storia familiare disseminata di segreti. E una casa che non li lascerà mai andare. Eleanor convive con la prosopagnosia, l’incapacità di riconoscere i volti delle persone. Un disturbo che causa stress, ansia acuta, e può farti dubitare di ciò che pensi d sapere. Una sera la ragazza si reca a casa della nonna Vivianne per la consueta cena domenicale. Ad accoglierla sull’uscio non trova però la nonna, ma una persona cui non riesce a dare un nome, che scappa via per le scale. Dentro casa, la nonna è distesa sul tappeto accanto a un paio di forbici con le lame spalancate. Nella stanza, odore di ferro e carne. La nonna, quella nonna che l’ha cresciuta come una madre, è stata uccisa. Passano i giorni, e l’orrore di essersi avvicinata così tanto a un assassino – e di non sapere se tornerà – inizia a prendere il sopravvento su Eleanor, ostacolando la sua percezione della realtà. Finché non arriva la telefonata di un avvocato: Vivianne le ha lasciato in eredità una tenuta imponente nascosta tra i boschi svedesi. È la casa in cui suo nonno è morto all’improvviso; un posto remoto, che da oltre cinquant’anni custodisce un passato oscuro. Eleanor, il mite fidanzato Sebastian, la sfrontata zia Veronika e l’avvocato vi si recano in cerca di risposte. Tuttavia, man mano che si avvicinano alla scoperta della verità, inizieranno a desiderare di non aver mai disturbato la quiete di quel luogo. Chi era davvero Vivianne? Quali segreti si è portata nella tomba? I segreti non muoiono, mi sussurra Vivianne nella mia testa. Nulla veramente muore, Victoria. Io sono ancora qui. O no?
Traduzione: Renato Zatti
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