no title has been provided for this book
Autore:
Genere:

CHE LO SPETTACOLO PROSEGUA 

di MIRKO TONDI

La settimana scorsa sono stati proposti dagli Amici della domenica gli 81 candidati al Premio Strega 2025. L’edizione di quest’anno si allinea alle precedenti, quando i volumi che avevano partecipato alla selezione preliminare erano solo uno in più, 82, nel 2024, e 80 nel 2023. Tuttavia se scorriamo indietro fino al 2020, di libri presentati ne troviamo 54: una bella differenza. Questa crescita nei numeri segue una tendenza generale che riguarda tutte le discipline, dall’arte al mondo dello sport: ne sono un esempio le 10 candidature al premio Oscar per la categoria miglior film (contro le 5 che si potevano contare fino al 2009) o le 36 squadre che al momento si scontrano nella competizione calcistica Champions League, contro le 32 della scorsa edizione. Come a dire che lo spettacolo aumenta se ci sono più partecipanti. E qui il dibattito sarebbe quello classico tra quantità e qualità… ma lasciamo perdere, torniamo all’argomento di partenza.

Il Premio Strega nasce nel 1947 per iniziativa della scrittrice Maria Bellonci e di Guido Alberti, proprietario della storica azienda produttrice dell’omonimo liquore Strega. Quella prima edizione fu vinta da Ennio Flaiano con Tempo di uccidere. Sono proprio gli Amici della domenica (in sostanza i membri stessi della giuria, personalità varie del mondo della cultura in generale: dal giornalismo alla narrativa, dal cinema al teatro, e così via) a indicare dapprincipio i titoli che dovranno superare le diverse fasi nel corso di alcuni mesi, fino ad arrivare alla cinquina finale. Ora, esaminando gli editori coinvolti, ci accorgiamo delle cinque candidature a testa per Mondadori (la cui ultima vittoria risale al 2012 con Inseparabili di Alessandro Piperno) e per La Nave di Teseo (nel 2020 fu il secondo successo di Sandro Veronesi con Il colibrì).

Langue Einaudi, con una sola candidatura (I giorni di vetro di Nicoletta Verna), eppure vincitore di cinque edizioni tra il 2014 e il 2024. Tra queste ultime ci sono per esempio Paolo Cognetti (Le otto montagne) nel 2017 e Donatella Di Pietrantonio (L’età fragile) l’anno passato. Piccola riflessione nel mezzo a questa disamina: ne è trascorso di tempo da quando Cognetti scriveva principalmente racconti e la Di Pietrantonio esordiva con Mia madre è un fiume, libro dolente e davvero autentico, la cui prima edizione era di Elliot e poi ripubblicato da Einaudi. Elliot peraltro è lo stesso editore con cui due anni fa si aggiudicò la vittoria postuma e meritatissima Ada D’Adamo, compianta autrice di Come d’aria, libro di una profondità unica, toccante come pochi altri. Ma quest’ultima rappresenta una valida eccezione se si va a valutare come i libri che arrivino sul punto massimo del podio siano impostati e strutturati, solitamente pronti per tramutarsi in film (se i già citati Le otto montagne e Il colibrì lo sono già diventati, presto vedremo sullo schermo anche la trasposizione di L’età fragile, i cui diritti cinematografici sono già stati acquisiti).

A ben guardare, in realtà, in questo florilegio di editori – tra Solferino, Ponte alle Grazie e Feltrinelli, e stupiscono Sellerio, E/O e Adelphi che pure sono presenti ma con un solo titolo a testa – spuntano anche delle belle sorprese, come TerraRossa, Alter Ego, Hacca, Neo, Coconino Press, Miraggi, Accento, Wojtek e diversi altri, tra cui si difende benissimo, con i suoi 4 libri candidati, Arkadia, editore sardo di qualità, sicuramente in ascesa. Intendiamoci, non è così impossibile essere presentanti allo Strega nelle prime proposte: io stesso, che non sono certo un’autorità nel mondo letterario, conosco personalmente almeno cinque autori che negli anni sono stati inclusi nelle selezioni. E qualche volta persino editori a pagamento riescono a essere inclusi nelle iniziali proposte. Altro discorso comunque è riuscire ad arrivare in fondo. Tutto sommato, volete mettere il prestigio di cui ci si può vantare con appariscenti fascette che annunciano il traguardo raggiunto? Anche questo fa parte dello spettacolo, signore e signori. E allora, che lo spettacolo prosegua.

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *