UN ORRORE CHE NON BISOGNA DIMENTICARE
di Manuel Figliolini
Quando un orrore viene sconfitto? Quando la bellezza riuscirà a seppellirlo definitivamente dalla nostra Storia? Quello che racconta Fabiano Massimi nei suoi thriller editi da Longanesi, ammette una sola e inequivocabile risposta: Mai.
Ma l’orrore fa il suo lavoro, quello di spaventare, indignare per quello che è successo ma soprattutto deve servire da monito per il futuro. Deve essere la scintilla che ci fa tenere gli occhi aperti per evitare che un orrore si ripeta.
Gli occhi bastano aperti? Oppure bisogna saperli spalancare con la conoscenza? Gli orrori ci vengo spiegati, raccontati e narrati milioni di volte. Ma Massimi, che racconta la seconda guerra mondiale, sa bene che se il diavolo è l’artefice degli orrori, lui si nasconde nei dettagli.
E sono i dettagli che fanno la differenza nei romanzi di Massimi, frammenti, scorci di Storia poco conosciuti che invece mettono in luce i più grandi artefici dell’orrore della Seconda Guerra Mondiale.
In questo capitolo della saga Sauer e Mutti, entra a gamba tesa la figura di Mussolini visto e sentito in due momenti cruciali della sua ascesa/discesa da dittatore. Ne Le furie di Venezia Massimi parte dal primo incontro del 1934 tra Mussolini e Hitler a Venezia e nella seconda parte ci catapulta nel 1942 a Milano.
Con una storia poco conosciuta ai più, il figlio che Benito Mussolini ebbe con Ida Dalser, che fa da fil-rouge nel nuovo thriller di Massimi. Veniamo trasportati da una piazza stracolma di persone inebetite davanti al grande “statista” fino alla scoperta che nella polizia politica nel 1942, qualcosa si stava incrinando. Quella cieca fiducia iniziava a scricchiolare. E tutti quegli artefici della “banalità del male” per dirla alla Arendt, iniziavano a ribellarsi a quella condizione di grigi impiegati che svolgono solo il loro lavoro.
Un romanzo che come thriller è più debole rispetto ai precedenti ma che sicuramente ci racconta di uomini spietati, ingordi di potere e capaci di tutto, fin nei più piccoli e innocui dettagli. Sauer, Mutti e Johanna protagonisti della prima parte cedono il passo, nella seconda, al commissario Fausto Armeni che rappresenta al meglio un pensiero e un’azione tutta italiana nel 1942. I nostri eroi tornano, ma ormai la nostra attenzione è verso questo commissario della polizia politica che non esita ad usare la sua posizione per la verità. Ma sanno che la verità coinvolge Mussolini … E la diffidenza dell’altro aleggia su Milano, imperterrita.
Come dicevo i nostri eroi tornano, nel 1942 troviamo un Sauer e Mutti un po’ cambiati ma che ci lasciano presagire che forse c’è un’altra loro storia in serbo per noi lettore, forse ambientata a Praga, forse prima di questo fatidico 1942.
I romanzi di Massimi sono una garanzia storiografica e la sua voce da “umile narratore” è capace di far risaltare quei dettagli diabolici che ci fanno comprendere che l’orrore, non è solo nelle grandi manifestazioni, ma anche nelle piccole cose, come nell’amore tra un padre ed un figlio.
TRAMA
Venezia, 1934. Mussolini e Hitler si incontrano per la prima volta in una piazza San Marco gremita di camicie nere. Tra la folla, anche l’ex commissario di polizia Siegfried Sauer e il suo compare Mutti, che hanno raggiunto la città lagunare per unirsi alla resistenza antifascista. La speranza è di creare un incidente che sventi il pericolo di un’alleanza tra Italia e Germania. Sauer e Mutti incappano però in un mistero di ben altra portata: nella notte, in gran segreto, Mussolini si inoltra in motoscafo nella laguna. I due riescono a seguirlo fino al largo di San Clemente, dove lo vedono attraccare a un pontile buio e poi entrare, accolto da un uomo in camice bianco, nell’edificio principale dell’isola. Un’ora più tardi, il Duce torna al motoscafo e riattraversa la laguna per rientrare ai suoi alloggi, visibilmente scosso. Sauer e Mutti decidono di indagare e scoprono che sull’isola c’è un manicomio femminile, e che lì è ospitata una paziente misteriosa di nome Ida Dalser. La sua storia ha dell’incredibile: la donna, infatti, sostiene di essere nientemeno che la prima e unica legittima moglie di Benito Mussolini… Chi è veramente Ida Dalser? Una folle? Una bugiarda? O una vittima in possesso di informazioni che metterebbero a rischio il Regime? Sauer e Mutti si renderanno ben presto conto che dietro Ida Dalser e le sue accuse inaudite c’è molto, molto di più. C’è l’inimmaginabile.
Le furie di Venezia
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