ORRORE, AMICIZIA E AMORE. UNA MILANO DA ASSAGGIARE CON CAUTELA.
Ho assistito alla presentazione di questo thriller e ho scoperto che A) i “profilers” esistono per davvero e non solo nei telefilm americani tant’è vero che Cristina Brondoni lo fa per mestiere, tra le altre cose, e B) che una spigliata, sorridente e pungente autrice può guardare nel fondo più profondo dell’orrore umano senza ritrarsi ma, anzi, mostrandocelo con perfida grazia.
L’APPARTAMENTO DELL’ULTIMO PIANO è un bel romanzo cattivo, quel che ci vuole in questo periodo di rinnovato mieloso buonismo, in cui l’autrice non si perita di smascherare l’ipocrisia patetica e “à la page” di tante, troppe persone che si fanno belle con un altruismo tutto di facciata. Un esempio?
“Femminicidio! L’ennesimo! c’è da non crederci! Ma vi rendete conto?” Petra osservava il grosso viso di Leda farsi sempre più acceso, il mento tremante e la bocca schiava della foga. Scostò il tovagliolo dalle gambe e lo appoggiò sulla tavola. La cena era solo a metà, ma Petra avrebbe voluto andarsene. Non sopportava le esternazioni retoriche intrise di politica da bar e, più ancora, trovava imbarazzante il modo in cui Leda si muoveva, le braccia e il busto sporti in avanti, gli occhi che si facevano piccoli e poi, improvvisamente, si spalancavano a sottolineare un concetto che le stava particolarmente a cuore.(…) Decise di spazzare l’imbarazzo, sulle parole di Leda avrebbe riflettuto più tardi, a casa, con calma. “Leda, come sempre sei un punto di riferimento per tutti noi.” Petra fece una pausa a effetto, gli altri la fissarono aspettandosi che proseguisse. Cosa che fece, ma solo per dire: “Dolce?”. La tensione che attanagliava il tavolo, si sciolse in una serie di risatine riconoscenti. Il chiacchiericcio per decidere se il profiteroles fosse meglio della torta di mele oscurò l’ennesimo tragico femminicidio.
In ogni caso, la realtà è che in questo thriller le donne muoiono, i ragazzini – possibili testimoni di un delitto – spariscono e l’ispettore Enea Cristofori deve scovare il killer. Per inciso, il nostro poliziotto non è esattamente senza macchia e senza paura essendo reduce da una pessima avventura in cui, caduto tra le mani di una pazza stalker, è stato sequestrato e torturato. Il che, come si può facilmente dedurre, non ha migliorato la spigolosità del suo carattere.
Ci siete? Mi state seguendo? E fate bene perché io sto attaccata alla giacchetta di Brondoni, che ha una penna affilata come un bisturi e riesce a spaventarci e divertirci al tempo stesso: una rarità. Il fatto che Cristofori definisca una matura attrice in cerca di visibilità una povera stronza rifatta e l’undicenne testimone refrattario l’anticristo, mi trova in perfetta sintonia e non si può non apprezzare un personaggio che dice quel che pensa (e che pensano tutti quelli che lo circondano, tacendo) senza un filo di ipocrisia. Ok, è vero, forse con un tocco diplomatico la sua vita sarebbe più facile, ma la storia avrebbe un taglio noiosamente perbenista e comunque mi sono convinta che l’ispettore in questione rifletta parecchi comportamenti della sua creatrice, alla quale mi sento legata da un afflato di sorellanza.
Sono davvero felice di essere capitata sulle scale di questo “ultimo piano” e attendo ansiosamente un prossimo libro di Cristina Brondoni altrettanto emozionante e commuovente.
TRAMA
Milano. Il cadavere mutilato di una donna viene ritrovato sotto un ponte. Pochi giorni dopo, i resti di un’altra donna vengono scoperti in una discarica abusiva ai margini della città. Sono due omicidi. Mentre si scatena il carosello di esperti e opinionisti che si sfidano in tv con ipotesi fantasiose, nessuno ha dubbi: in città si aggira un pericoloso serial killer. La squadra formata dall’ispettore Enea Cristofori e dai colleghi Sara Sisti e Gabrio Corso conduce un’indagine serrata. Quando scompare un’altra donna e l’unico testimone, un ragazzino, non si trova più, inizia una febbrile corsa contro il tempo. Un nuovo thriller che vede protagonista l’ispettore Enea Cristofori, reduce dalle vicende narrate in Voglio vederti soffrire, e in lotta con i propri demoni. Attratto e spaventato dai sentimenti che prova per la collega Sara e soffocato dalla rabbia che, a mano a mano, sembra sprofondarlo in nuovo incubo. Alla trama thriller – tesissima e perfettamente costruita – si affiancano, come è nello stile dell’autrice, spaccati della società, con le sue ossessioni e la spettacolarizzazione del dolore, della sofferenza, dei sentimenti più privati.
SE VOLETE VEDERE L’INCIPIT LETTO DA BARBARA:
L'appartamento dell'ultimo piano
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