COLLINE, DELITTI, MISTERI E UN CALICE DI BONARDA
Scrittrice alla sua prima prova nel mondo del crimine, Ilaria Bono ha confezionato un giallo convincente ambientato nell’Oltrepò Pavese. Luogo del misfatto: Zavattarello, caratteristico borgo medievale (e detto tra noi, sede di varie trattorie dal tocco magico) in cui viene rinvenuto il cadavere di un giovane non identificato a cui hanno sparato un colpo ravvicinato di fucile. Le piste portano a un commercio di droga, ma si aprono anche scenari differenti e inaspettati.
Infatti, presto la storia si complica, i cadaveri aumentano e il racconto si fa sempre più intrigante: cosa è accaduto in un passato recente alla giovane e combattiva Laura Gaggiano, dipendente del Ministero dell’Interno, inviata al commissariato di Voghera per chiarire i retroscena del suicidio di un promettente investigatore? E Giulio Roncalli, commissario in carica nell’Oltrepò da otto anni, celibe, scontroso, vive in una sorta di clausura per scelta o per sanare ferite antiche? Le colline, ingannevolmente dolci, di questa terra riusciranno a ricomporre il puzzle dell’animo dei nostri protagonisti?
Ovunque volgesse lo sguardo, c’erano vigneti verdi e rigogliosi dove si intravedevano grappoli ancora acerbi. I tornanti collinari l’accompagnarono fino al paese di Pometo e da lì seguì la provinciale in direzione Casteggio, passando ancora davanti alla stradina che conduceva alla cascina dei Buongiorno. D’un tratto fermò l’auto. Mise le quattro frecce e scese al cartello di legno che penzolava all’imbocco dello sterrato che portava al luogo del primo omicidio. La scritta incisa sull’insegna era rovinata dalle intemperie e dallo scorrere del tempo: Laura ci passò sopra il dito e una scheggia le ferì il polpastrello. “Azienda Agricola il Duca”.
Il territorio, descritto con poetica precisione, i personaggi ben delineati e la storia che si regge su basi solide fanno di questa lettura un momento davvero piacevole; la suspense non è di quelle che tolgono il sonno ma c’è e tiene accesa l’attenzione, così come la scintilla sentimentale lasciata a brillare solitaria regala un tocco di incertezza che fa bene al racconto ed evita qualsiasi banalità.
Giudizio finale, dunque, assai positivo e ci auguriamo di leggere presto un’altra storia di questa autrice esordiente. Magari un seguito? Potrebbe essere una buona idea e noi la aspettiamo con curiosità e simpatia.
TRAMA
Laura Gaggiano, giovane funzionario del ministero dell’Interno, viene inviata al commissariato di polizia di Voghera per indagare sul presunto suicidio dell’agente Marco Pietrini. L’arrivo in Oltrepò è da subito movimentato: l’incontro di Laura con il commissario Roncalli coincide con il rinvenimento di un cadavere in un casolare abbandonato a Zavattarello. Due casi apparentemente distinti tra loro, ma con un denominatore comune: un’indagine irrisolta di molti anni prima. Una scia di omicidi accompagnerà il risveglio delle ombre di un passato lontano e doloroso, una matassa che Laura dovrà dipanare con il suo ingegno e le sue capacità investigative, oltre che con l’aiuto di un elemento che finora aveva sottovalutato: il gioco di squadra.
Ascoltate l’incipit letto da Barbara:
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La stanza dei gigli
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