La signora del martedì

La signora del martedì

IL MAESTRO DEL NOIR E’ TORNATO E CI E’ MANCATO TANTO

Con “La signora del martedì” edito da E/O torna in libreria Massimo Carlotto, un nuovo noir, una nuova guerra tra bene e male. Nuovi personaggi ed un gradito ritorno, in un cammeo degno di un Deus Ex-Machina, l’alligatore. Un noir pieno di contrasti, la luce si alterna al buio alla velocità frenetica ed intermittente. Il nuovo noir di Carlotto è indispensabile nel genere.

3 personaggi borderline sotto alcuni aspetti. C’è Bonamente Fanzago, pornodivo con dei problemi di salute che viene messo difronte alla possibilità di terminare la sua carriera. Giovani rampanti che vogliono il loro posto nell’impero del porno. Lui, Bonamente, divenuto più fragile dopo la malattia. Una fragilità che non agevola in certi ambienti, ma che lo rende il personaggio di “cuore” di tutto il romanzo. Accantonata la carriera nel porno a Fanzago rimane solo la signora del martedì, colei che paga i suoi servizi tutti i martedì dalle 15 alle 16. Lei lo va a trovare nella pensione “Lisbona”, un albergo poco frequentato e gestito da un travestito, Alfredo.

3 personaggi al limite quelli descritti da Carlotto, al limite della società perbenista. Emarginati per essere stati quello che sono e non quello che gli altri vorrebbero che fossero. Personaggi che sembrano abbracciare il male travestendolo di bene, per se stessi. Figli di una società che li ha lasciati lì, al margine, a guardare. Bonamente, Alfredo e la signora del martedì riassumo la società contemporanea, quello che siamo, che vorremmo essere e quello che vogliamo far vedere.

Carlotto racconta una delle piaghe fondanti della società l’ipocrisia, dei protagonisti e di quelli che guardano. E se il noir deve scavare nelle ferite sociali, quello di Carlotto è un puro noir. Un romanzo pieno di colpi di scena. Le storie di queste 3 persone, che all’inizio sembravano così distinte e solitarie, s’intrecciano e si schiacciano. Un grido silenzioso. Una scrittura lineare e lo spazio alla coscienza del lettore.

E magari lui ci viene in soccorso, l’uomo con gli stivali texani.

Era sempre l’ultimo ai provini. Per una questione di prestigio. La vecchia guardia non aveva nulla da dimostrare. Lui la gavetta l’aveva fatta da un pezzo, era passato il tempo in cui sgomitava per essere tra i primi a entrare e abbassarsi i pantaloni. Nel porno funziona così: prima mostri l’ardiglione, poi si discute. Ora la cintura non la slacciava più. Il suo “repertorio nel giro lo conoscevano tutti. Ormai non ricordava nemmeno quanti film avesse girato. Da protagonista quando era più giovane.

Altre recensioni di Massimo Carlotto: Sbirre.

Editore: E/O
Anno: 2020