DOLCEZZA E CRUDELTA’ DI QUESTO E DELL’ALTRO MONDO
La signora May Sinclair, classe 1863, antesignana di Virginia Woolf, scrittrice, critica letteraria (fu lei a coniare il termine “flusso di coscienza” usato e abusato nella letteratura del ‘900) e sostenitrice del movimento delle suffragette, ci regala una raccolta di storie inquietanti.
Qui non siamo nel mondo del giallo, ma la suspense c’è eccome e i morti pure, perciò il lettore affezionato al genere si sentirà perfettamente a suo agio. La prima storia, Dove il fuoco non è estinto, catapulta il lettore in un aldilà non certo confortante a cavallo tra l’incubo ricorrente e il momento del risveglio che viene sempre rimandato. Se avete letto Evangelisti e il suo Heymerich, siete su questo sentiero ma con più di cento anni di anticipo (e non si sentono per niente).
Qualcosa li fece avvicinare l’una all’altro attraverso la stanza, lentamente, come figure in un ballo agghiacciante e disgustoso, le teste all’indietro oltre le spalle, i volti scostati da quell’orribile avvicinarsi. Le braccia si alzarono lente, appesantite da una intollerabile riluttanza; le allungarono l’una verso l’altro, dolorosamente, come se stessero sostenendo un peso insopportabile. I piedi strascicavano ed erano trascinati. D’un tratto le ginocchia le cedettero; chiuse gli occhi, tutto il suo essere sprofondò di fronte a lui nell’oscurità e nel terrore.
Il problema di May Sinclair sono “le chiuse”. I suoi racconti, lunghi o brevi che siano, vengono interrotti in maniera piuttosto spiccia, notevolmente in contrasto con lo stile minuzioso utilizzato durante la narrazione e lasciano perplessi, come se in un pomeriggio tempestoso in cui ci fosse stato chiesto di far compagnia ad un’amica terrorizzata dai temporali, d’improvviso costei si alzasse dalla poltrona dove aveva tremato fino a poco prima esclamando sorridente “Bene, ora sono stanca e vado a dormire. Vieni pure a trovarmi quando vuoi.” Spiazzante.
E spiazzantissimo è l’ultimo racconto, La scoperta dell’assoluto, nel quale il vero mistero è come la tenera, ironica e sottilmente perfida May riesca a metterci in connessione con le teorie di Kant e di Einstein rispetto a materia e tempo e come ci illuda di riuscire a capirci qualcosa.
Ma non vi preoccupate: appena chiuso il libro ci si rende conto di essere stati presi in giro. Dall’aldilà, da un’altra dimensione. Da un fantasma. Tirate un po’ voi le conseguenze e..buona lettura.
TRAMA
L’invisibile appartiene alla natura e ci circonda senza che nemmeno ce ne rendiamo conto, accecati dal pragmatismo e obnubilati dalla fisicità, e quando questa presenza misteriosa si manifesta e il nostro sguardo vede oltre quella che chiamiamo realtà, il terrore ci paralizza e ci getta in un abisso tanto più buio quanto più lontani eravamo dal mondo naturale. È questo che ci mostrano i racconti del mistero di May Sinclair, una sorta di realtà aumentata intrinseca in ogni aspetto della vita umana, che una volta svelata non può più essere negata. E allora anche una storia d’amore che sembrava il canto della passione può rivelarsi un legame che vale quanto una condanna a vita; la vittima di un crimine efferato può tornare a svelare una verità difficile da credere; l’amore per la propria madre si rivela un pericoloso ostacolo alla felicità. May Sinclair, da molti considerata antesignana di Virginia Woolf, indaga il soprannaturale con uno sguardo moderno, affrontando anche, in modo peculiare e velato, la questione femminile. In questi racconti scardina l’ordinario e intrattiene il lettore con crescente meraviglia.
Traduzione: Cristina Cigognini
Se volete ascoltare l’incipit letto da Barbara:
La scoperta dell'assoluto e altre storie del mistero
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