ECOMAFIA NELLA PIANURA PADANA
In questo racconto-saggio i protagonisti di una storia nera che si svolge lungo la Via Emilia si confessano dolorosamente e raccontano come le loro vite sono precipitate in rovina.
Una maestra, un insegnante e un’impiegata, un’infermiera, un imprenditore edile, un operaio, una donna manager malavitosa, e, alla fine, la stessa scrittrice raccontano dai loro diversi punti di vista una storia che inizia con un brutale assassinio in una macelleria e poi prosegue con la costruzione dell’esclusivo Villaggio La Nuova Aurora, in un cantiere che alla fine sarà chiuso per sempre dalla magistratura, mentre pian piano il cemento si sta mangiando la pianura Padana.
Ed era stata lei a mettere i timbri e notificare tutto e non aveva potuto fare a meno di notare che dentro quella zona rientrava anche la nostra casa, il nostro cantiere, ma non aveva voluto indagare oltre, aveva chiuso gli occhi e si era detta speriamo che vada tutto bene, come quando si passa in macchina davanti a un incidente e si decide di non guardare, di girare la testa e di pregare….
“Rovina” è una storia italiana di speculazione edilizia selvaggia, che ha letteralmente distrutto la vita a tutti coloro che vi si sono trovati coinvolti: chi ci ha investito sperando di poterci ricavare tanto denaro, chi ci ha lavorato tenendo sempre la bocca chiusa davanti a ogni illegalità, chi si è fatta raggirare da un personaggio losco e infine chi ha comprato a basso prezzo la sua vita da sogno e poi ha perso tutti i soldi dell’anticipo. Nessuno pagherà per le sue colpe, per la violenza inflitta al territorio : costruzioni mai finite, cantieri abbandonati, troppo cemento, operai sfruttati.
L’ultima voce a parlare è quella dell’autrice che denuncia gli scempi edilizi, i fiumi di cemento rovesciati sopra la pianura Padana e le responsabilità di una classe politica connivente. Per Simona Vinci siamo tutti complici e colpevoli. Il suo timore è che “se non ci si lascia ossessionare da mostruosità del genere, tutto finirà nel cemento”, per colpa di uomini avidi e senza scrupoli e con la complicità silenziosa di chi osserva lo scempio del territorio senza indignarsi né lottare.
Questo breve libro denuncia la speculazione che ci priva delle risorse che dovrebbero essere di diritto di ogni cittadino: il territorio, l’ambiente, la natura. Riesce benissimo nel suo intento di farci pensare ed arrabbiare ; ci risveglia dal torpore e ci fa venire voglia di approfondire l’argomento ed impegnarci nel nostro piccolo perché il’Italia, come diceva Antonio Cederna, “è un paese a termine, dalla topografia provvisoria, che si regge su un avverbio: questa foresta non è ancora lottizzata, quel centro storico è ancora ben conservato, questo tratto di costa non è ancora cementificato, ecc”
La scrittura limpida e precisa dell’autrice ci fa apprezzare questo breve romanzo che non è un semplice noir, ma anche un libro di denuncia scritto con sincera indignazione.
Simona Vinci è nata a Milano nel 1970 e vive a Budrio, in provincia di Bologna. Il suo primo romanzo, Dei bambini non si sa niente ha suscitato diverse polemiche, ottenendo un grande successo ed è stato tradotto in quindici paesi. Ha scritto poi In tutti i sensi come l’amore, Come prima delle madri , Brother and Sister , Stanza 411, Strada provinciale Tre, La prima verità (Premio Campiello 2016) e Parla, mia paura.
Editore: Einaudi
Anno: 2019