LA MEDAGLIA D’ARGENTO DE “LA GIARA” INCANTA CON LA SUA SCRITTURA
Quando un autore sceglie di ambientare la sua storia nel passato, il pericolo è sempre dietro l’angolo, soprattutto se questo passato appartiene alla storia recente. Il rischio infatti è che la vicenda venga contaminata dal modo in cui oggi siamo abituati a pensare a quella determinata realtà, facendole perdere forza e credibilità.
Non è questo il caso di “La Primavera cade a novembre” di Angelo Mascolo, che meritatamente nel 2016 si è qualificato al secondo posto nel premio letterario “La Giara”, indetto dalla Rai. Un libro essenziale, scorrevole e ben scritto.
Siamo a Castellammare di Stabia nel 1947. Un momento di passaggio critico per gli italiani, in un centro abitato difficile, dove violenza e traffici illegali hanno spesso la meglio. Qui, tra mare e colline descritti con calore, lo scrittore fa muovere un’umanità ancora molto coinvolta negli eccessi del Ventennio fascista e la storia poliziesca diventa un azzeccato spunto per parlare di un mondo alla deriva, che sta provando con tutte le forze a rimettersi in piedi.
Il romanzo si apre con una sparatoria in un vicolo, dove un ragazzo perde la vita tra le braccia disperate di un uomo. Quattro anni dopo troviamo il commissario Annone alle prese con la morte di un pugile professionista e capiamo da subito che l’indagine lo porterà a far luce anche su quel primo terribile omicidio. E infatti così accade. Vito Annone si incammina verso la soluzione del caso compiendo una sorta di viaggio a tappe, tra personaggi intensi e simbolici ancora molto influenzati da un’ideologia di sopraffazione che troppo a lungo ha dominato la mentalità del tempo.
Nel suo percorso, accanto ai fantasmi del passato, il commissario dovrà fare i conti anche coi suoi drammi personali: una paternità fallita e la depressione della moglie Teresa, chiusa nel suo dolore per il bimbo perduto. Un tormento profondo, che arricchisce la sensibilità del personaggio principale del racconto e si intreccia in maniera coerente con il suo lavoro, fino allo scioglimento finale.
Edizione: Homo Scrivens
Anno: 2017