PARIGI E LES HALLES SOTTO LO SGUARDO DI UNA TRISTE PRIMAVERA
Che devo dire? Che posso dire? Semplicemente perfetto, di una completezza magistrale: personaggi, ambiente, atmosfera, trama. Non una sbavatura nel linguaggio, non un momento di opacità; un completo di sartoria di quelli senza prezzo.
Equilibrato sotto l’aspetto estetico, commovente nello scavo sottile e spietato dell’animo umano, Simenon ci presenta la pochezza di noi stessi e del nostro prossimo, ma sa di non poter giudicare, solo mostrare e provare pietà.
La trama è semplice e scarna: Auguste, anziano fondatore di un ristorante ben avviato a Parigi, muore improvvisamente e il figlio che è restato al suo fianco come socio nell’impresa di famiglia è preso di mira da fratelli e cognate che da questa morte vogliono ricavarci più di “qualcosa”.
Non c’è vera e propria cattiveria nel comportamento dei parenti-serpenti, ma tanta insoddisfazione e rapacità, la convinzione di doversi appropriare di ciò che la vita non ha dato loro: stima di se stessi, che valutano in denaro contante.
“Che ne pensi Antoine?”
“Potete dividervi la cifra come acconto di quel che vi devo per il ristorante…”
“Non vuoi che ti si firmi una ricevuta?”
“Non ne ho bisogno…” Si alzò “Scusate ora, Fernande mi aspetta…”
Non aveva voglia di assistere alla spartizione, tra i bicchieri di birra e di cognac, sotto gli occhi di un cameriere impassibile.
Spero che la mia traduzione non risulti troppo distante dal clima di gelido distacco vissuto dai tre fratelli, di cui Antoine è decisamente l’unica voce limpida e onesta.
La parola FIN che conclude questo breve, amaro, profondo racconto è molto più definitiva di quel che possono annunciare tre piccole lettere.
Una storia straordinaria nella sua normalità, che farebbe sicuramente bene a molti lettori per trovare un momento di riflessione e autocritica nella vita di oggi, forse ancora più fredda e disumana di quella presentataci da Simenon.
TRAMA
Le vieil Auguste, patron du restaurant Chez l’Auvergnat, s’écroule un soir parmi ses clients, frappé à mort. Il a trois fils dont le second, Antoine, est son associé. Ses deux autres fils, Bernard et Ferdinand, se préoccupent avant tout de l’héritage. Ils soupçonnent Antoine d’avoir dérobé l’argent du père, car on n’en trouve aucune trace dans la maison. Or Antoine, qui vit avec le vieil homme depuis de nombreuses années, n’est pas au courant de ses affaires.
Adapté pour la télévision en 1988, pour la série ” L’Heure Simenon “, par Milo Dor, avec Mario Colli (Carlo), Johannes Dannhauser (Laura), Renée Felden (Linda), puis en 2015 par Denis Malleval, scénario de Jacques Santamaria. Avec Jean-Pierre Darroussin, Antoine Duléry et Bruno Solo.
La mort d'Auguste
PARIGI E LES HALLES SOTTO LO SGUARDO DI UNA TRISTE PRIMAVERA Che devo dire? Che posso dire? Semplicemente perfetto, di una completezza magistrale: personaggi, ambiente, atmosfera, trama. Non una ...