La danza del gorilla

La danza del gorilla

DOVE NON ARRIVANO GLI ALTRI, ARRIVO IO

E’ tornato dopo 9 anni di silenzio, Sandrone ed il socio si sono riuniti in questo noir “La danza del Gorilla” edito da Rizzoli nella collana Nero.

Una lunga pausa in cui lo scrittore non è stato zitto ma ha dato forma ad una delle coppie più thriller degli ultimi anni, Dante e Colomba. Una lunga pausa che con “La danza del Gorilla” ci ha fatto sentire quanto ci mancava.

Disturbo dissociativo dell’identità è quello che soffre Sandrone, il protagonista conosciuto anche come Gorilla, che custodisce dentro di sé il Socio. Il suo alter-ego che si sveglia quando lui si addormenta, l’altro dentro di lui che fa quello che il Gorilla non vuole o non può fare. La sua parte più nera che esce e si muove con un istinto senza filtri, quello che in fondo tutti noi abbiamo.

Il doppio, o dualismo che caratterizza il Disturbo dissociativo dell’identità è qualcosa che abbiamo tutti dentro di noi. Siamo noi a gestirla e a volte ci riusciamo più o meno bene. E in questo romanzo di Dazieri molti sono i personaggi che nascondono un altro di loro, che lo tengono nascosto.

Tutto è doppio, tutti abbiamo una parte di noi che teniamo nascosto agli altri, non solo Albero o Toku. Sono gli input, i motivi o per dirla in giallo, i moventi che cambiano ma sempre riconducibili ai soldi. La nuova cocaina, come cita la copertina. E davanti ai soldi siamo capaci di diventare come nessuno ci ha mai conosciuti.

In tutto questo “doppio” alla fine il Gorilla è quello più onesto con se stesso e con il mondo che lo circonda. Ha un suo codice etico e lo rispetta, come un suo codice etico lo ha il Circo, un gruppo di persone che fa quello che lo Stato non riesce a fare, guardare negli angoli bui della società.

Un romanzo forte e potente con una scrittura ed un’immagine diversa da quella della trilogia di Dante. Un romanzo noir che si fa sentire anche nella voce dell’autore. Non ci resta che aspettare la prossima avventura del Gorilla … Speriamo prima di 9 anni.

Nel settembre di quell’anno vivevo ad Amsterdam, in una casa galleggiante sul canale a poche centinaia di metri dalla Hungarian Street, la via del quartiere a luci rosse dove lavoravano le ragazze dell’Est. Le vedevo arrivare la sera e ripartire la mattina dopo, oppure uscire a fumarsi una sigaretta all’angolo della strada con i costumi di strass coperti da una vestaglia.

La nostra presentazione al Covo della Ladra: link.

Le altre recensioni di Sandrone Dazieri: L’angelo, Uccidi il padre.

Editore: Rizzoli
Anno: 2019