
IL RE DEL THRILLER ITALIANO E’ TORNATO
Per spiegare il genio narrativo di Carrisi ne La casa delle voci si dovrebbe partire dalla fine, da quel finale così palpitante e spaventoso da far mancare l’aria a ogni lettore. Da quello spettro che pagina dopo pagina è stato costruito con labilissimi indizi a cui forse lo stesso autore non credeva per primo. E in conclusione, pur con la sorpresa da pugno nello stomaco, ai lettori resta il dubbio se Carrisi aveva tutto chiaro fin dall’inizio o se si è lasciato semplicemente trasportare dal suo genio creativo.
E sì, sarebbe bello poter partire dalla fine, ma ovviamente non si può. E allora si deve parlare dell’inizio e si deve parlare della Firenze che l’autore decide di raccontare ne La casa delle voci. Con i suoi palazzi ottocenteschi, il tran tran del centro invaso dai turisti, il traffico dei viali. Ma visti solo da lontano, distrattamente e sfiorati a malapena. La Firenze del libro di Carrisi è un’altra. E quella lontana dalle sfilate di Pitti, dai caffè sulla terrazza di pizzale Michelangelo, dal Corridoio vasariano de Gli Uffizi. È una città che come tante altre nel mondo decide di nascondere i batuffoli di polvere sotto il tappeto. Solo che il tappeto è un enorme istituto per pazzi e la sua esistenza o viene del tutto ignorata o viene sapientemente taciuta.
In questo istituto, un giorno dopo l’altro e un anno dopo l’altro, si intrecciano storie, si intrecciano vite, succedono cose spaventose o meravigliose se li sa guardare con gli occhi giusti. Ma in questo istituto soprattutto la linea che separa il Bene dal Male si è assottigliata d così tanto tempo che i pazzi e i sani di mente saltano da un mondo all’altro con una facilità estrema.
A questa storia e a questo mondo appartiene, suo malgrado, Pietro Gerber, figlio di un noto psicologo infantile e lui stesso apprezzatissimo psicologo, specializzato nell’ipnosi dei più piccoli. Una professione che non solo Pietro ama molto, ma che conduce con bravura e capacità, tanto da essere stato soprannominato: l’addormentatore di bambini.
Pietro ha a che fare con casi difficilissimi e molto delicati. I suoi piccoli pazienti hanno subito quasi sempre traumi importanti e riuscire a entrare nella loro psiche o nei loro ricordi è un percorso che richiede una grande sensibilità e una lunga esperienza. Ma un giorno lo psicologo infantile riceve una chiamata dall’altra parte del pianeta e la voce di una sua collega australiana gli chiede di poter seguire una sua paziente. Una donna adulta. Una persona che probabilmente ha subito un trauma da bambina e che ora ha bisogno di comprendere se lei stessa è una assassina o soltanto una vittima. Solo così potrà andare avanti. Pietro è scettico. Non ha mai lavorato con persone adulte e non saprebbe come condurre la cosa. Ma la sua collega australiana insiste per affidargli questo caso e si dice certa che lui saprà come risolverlo al meglio.
Per Pietro Gerber è il punto di non ritorno. La sua vita, la sua famiglia, tutta la sua esistenza ne verranno inevitabilmente e inesorabilmente sconvolte.
Donato Carrisi scrive un thriller a tutti gli effetti e imbastisce pagine di grandissima tensione emotiva, ma insieme dà vita a un grande saggio psicologico sulla famiglia. Sul concetto stesso di famiglia, declinabile in un milione di modi diversi e tutti ugualmente funzionanti. I legami di sangue sono più o meno importanti di quelli sentimentali? Si possono intercambiare, sostituire, sovrapporre? E se lo si fa si è completamente pazzi o perfettamente lucidi?
Il protagonista de La casa delle voci è il “memento” attraverso il quale il lettore può rivoluzionare il proprio pensiero sulle mille convenzioni sociali, iniziare a decidere che le apparenze non sono altro, appunto, che apparenze e che la Verità quasi mai sta da una parte sola.
Nell’evoluzione del genere thriller Donato Carrisi sarà ricordato come l’autore che lo ha rivoluzionato di più, che si è spinto oltre tutto ciò che sembrava impossibile regalare ai lettori senza che gli stessi perdessero il piacere del brivido sulla schiena e che con questo ultimo romanzo ha deciso di aprire anche una non semplice discussione su la pazzia in generale.
Recensioni precedenti: Il gioco del suggeritore – La ragazza nella nebbia
Editore: Longanesi
Anno: 2019