QUANTO RITMO E QUANTA SUSPENSE IN UNA VITA FUORI DAL CORO
di BARBARA MONTEVERDI
Pur non trattando i nostri temi usuali, questo libro è coinvolgente ed emozionante come fosse un romanzo di avventure: molto cool, pieno di sani pettegolezzi, curiosità e cultura jazz, il tutto condito dall’estrosa personalità di una Rothschild fuori dagli schemi. Signori, ecco a voi Kathleen Annie Pannonica, detta Nica.
Era nata nel 1913, prima della Grande Guerra, quando la nostra famiglia era al culmine del suo potere. Fu una bambina coccolata e viziata. Abitò in dimore piene di opere d’arte. In seguito sposò un bel barone da cui ebbe cinque figli. Fu proprietaria di un favoloso castello in Francia, indossò abiti e gioielli d’alta moda, pilotò aeroplani, guidò auto sportive e praticò l’equitazione. Visse nel mondo fascinoso e cosmopolita dell’alta società, popolato da magnati, reali, intellettuali, politici e playboy. Ebbe la possibilità di incontrare chiunque, andare dovunque, e spesso lo fece. Una tale esistenza deve sembrare un paradiso a chi ha poco o niente. Eppure, un giorno, nel 1951, senza preavviso, rinunciò a tutto questo per andare a vivere a New York, dove scambiò i suoi amici altolocati con un gruppo di musicisti neri geniali e itineranti.
Volente o nolente, la vita di questa donna si incrocia sempre con quella della sua ingombrante famiglia, di cui l’autrice ci presenta un ritratto ben delineato; nel corso del 1800 i Rothschild avevano costruito un impero economico, ma il mondo che gli aveva permesso di essere i banchieri dei governi e dei monarchi stava crollando proprio alla nascita di Nica e il fatto di incaponirsi nella successione esclusivamente maschile nei ruoli di comando rischiava di mettere in crisi tutto il sistema, data la preponderanza di nascite femminili (ironia della sorte). E l’avvento di Pannonica non fu preso benissimo, all’inizio: si attendeva ansiosamente un maschio, la guerra mondiale era alle porte e l’ennesima femmina non poteva che essere un ulteriore problema.
Per completare il quadro delle oggettive difficoltà che si affrontavano fin dalla nascita in questa opulenta ma complessa famiglia, c’era l’aspetto degli sbalzi umorali legati alla schizofrenia che si presentava spesso negli appartenenti ai Rothschild a causa dell’atavica abitudine di sposarsi solo tra parenti prossimi e Nica ebbe spesso occasione di affrontare questi attacchi di “blues”, come venivano denominati in famiglia.
Inevitabilmente, la vita di Nica fu un continuo allontanarsi dal nucleo familiare per esserne poi strattonata indietro come un elastico troppo teso, ma non fu l’unica a prendere le distanze da quell’ambiente soffocante. Anche il fratello Victor (un maschio, alla fine, era arrivato!) una volta entrato in possesso della propria eredità, mise all’asta collezioni di argenti, proprietà immobiliari e una raccolta pregevolissima di tele fiamminghe e quadri di Reynolds e Gainsborough pur di troncare il legame col proprio passato.
Ma tornando alla nostra Baronessa (come era soprannominata in America), il suo spirito esuberante la portò a vivere molte esistenze, con svolte quasi leggendarie, come la sua fuga dalla Francia invasa dai nazisti poche ore prima che questi invadessero la sua magione e deportassero ad Auschwitz la suocera, poi il fortunoso viaggio sino in Africa per combattere insieme al marito nell’esercito della Francia Libera, con i figli lontani migliaia di chilometri, affidati negli Stati Uniti a una famiglia amica. La seconda parte della sua esistenza fu legata all’America, al musicista nero Thelonious Monk e al Jazz, che Nica respirava come l’aria. Un altro giro di boa, un’altra avventura.
Ci sarebbe ancora moltissimo da raccontare, Nica vivrà fino al 1998, ma non voglio togliere il piacere al lettore di scoprire il seguito di questa vita stracolma di tutto quello che un essere umano può provare. Salite su queste montagne russe e lasciatevi rapire da un’esistenza esagerata, raccontata da una discendente dei potenti Rothschild con sapienza e partecipazione. Ve lo consiglio di cuore.
TRAMA
La donna che ha volato sui bombardieri Lancaster durante la guerra. La proprietaria dell’appartamento in cui è morto Charlie Parker. La padrona di trecentosei gatti. La protagonista di venti canzoni (anzi no, ventiquattro). La sfidante di Miles Davis in una gara automobilistica sulla Fifth Avenue. L’amante di un pianista nero, Thelonious Monk, per il quale è persino andata in prigione. La Baronessa del Jazz. Molte cose è stata Pannonica de Koenigswarter, detta Nica, la protagonista di questo libro, e molti sono i modi in cui è stata definita, anche se non tutti veritieri. Nica, née Rothschild, è bella, romantica, vivace, detentrice di un cospicuo patrimonio: in sole cinque generazioni i Rothschild sono passati dal ghetto di Francoforte ai palazzi nobiliari inglesi, come quello nel cui parco Nica impara a camminare tra canguri, tartarughe giganti, emu e zebre, lei che ha il nome di una farfalla. Dopo il matrimonio col barone de Koenigswarter, si stabilisce in un castello in Francia e diventa madre di cinque figli, ma quando scoppia la Seconda guerra mondiale parte subito alla ricerca del marito, arruolato nell’esercito della Francia Libera in Africa, e nemmeno lì Nica si risparmia: guida ambulanze, decodifica codici, organizza rifornimenti. Eppure è la passione di sempre per il jazz a cambiare tutto. È il 1948 quando Nica si infiamma ascoltando per la prima volta ’Round Midnight, di Thelonious Monk: un coup de foudre, in tutti i sensi. Abbandona marito e figli, si trasferisce nella città dove tutto accade, New York. È nata la Baronessa.
La baronessa
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