PER I NOVANT’ANNI DI GIALLO MONDADORI, CAMILLERI ELIMINA LA NARRAZIONE
Al km 123 della via Aurelia viene speronata un’autovettura. Al suo interno Giulio Davoli, un famoso imprenditore edile italiano. Il romanzo di Camilleri inizia con dei messaggi inviati senza risposta da Ester a Giulio. Ma chi sono?
Pagina dopo pagina, riga dopo riga, Andrea Camilleri ci racconta tutto di loro. In poche pagine, precisamente 154, l’autore ci racconta tutto di loro, le loro vite, i loro amici, le loro famiglie e persino le loro prospettive. E lo fa utilizzando una struttura molto particolare. Il romanzo è costituito solo da dialoghi, telefonate, messaggi, deposizioni e ritagli di giornale.
Non ci sono descrizioni o voci narranti, il testo è scarnificato da ogni immagine e tutto rimane all’immaginario del lettore. Le parole dei dialoghi servono come piccoli dettagli per ricostruire quello che l’autore non ci racconta. Quindi classe sociale, case e aspetto, si devono intuire dalle parole. In tutti questi non detti, i dialoghi non si riducono a delle parole ma diventano immagine.
La suspense è il punto forte del romanzo di Camilleri, ormai è un maestro della costruzione del giallo e con questo romanzo lo conferma. Come per Simenon, anche Camilleri da il meglio della sua penna quando esce dal personaggio più noto e ci dimostra che è veramente il più grande giallista contemporaneo.
“Signora, mi chiamo Giacomo, sono l’infermiere addetto a questa stanza. Le volevo dire una cosa.”
“Mi dica.”
“Dato che la degenza di suo marito non sarà certamente brevissima, le consiglio di riportarsi a casa i suoi effetti personali.”
“Il vestito, ridotto com’è, lo potete buttare via. E anche le scarpe.”
La stesura del romanzo rende facilmente immaginabile un prossimo film. E scommetterei che presto lo diverrà. Due ore gradevoli di una lettura che toglie il respiro nella ricerca della verità.
Editore: Mondadori
Anno: 2019