NON SOLO ROMANZO CRIMINALE, LA STORIA NELLA STORIA

di MANUEL FIGLIOLINI

Questa è l’ultima tappa del blogtour organizzato dalla casa editrice I Dobloni per il lancio del loro nuovo “Enigmi”, il romanzo di Francesco Paolo Oreste “In un mare senza blu”. E il compito non è per niente facile senza svelare lo sviluppo del romanzo. Perché è esso stesso il romanzo. Non ci sono personaggi, luoghi o tempo che prevaricano la forza di questo romanzo che è proprio la storia, ma non la storia nella storia, la storia, punto.

Premetto che nella culla del letteratura contemporanea partenopea ci sono 3 voci molto interessanti che fanno della vita un vero noir. Con una lirica poetica e ricercata nella costruzione queste 3 voci ci raccontano che i sentimenti sono il più grande noir che ogni giorno si risveglia con noi. Queste 3 voci sono Letizia Vicidomini, Paola Iannelli e Francesco Paolo Oreste.

Tornando al romanzo di Oreste e a tutte le difficoltà che stanno provando a frenarmi per non raccontare il romanzo ma per raccontare la storia senza svelarvi niente, riprendo una frase che lo scrittore ci regala verso la fine del romanzo.

“Cosa serve all’amore per essere davvero amore?”

Questa è la frase che apre la storia nella storia di F.P. Oreste. In queste poche parole lo scrittore ci apre la porta di un tema che corre in silenzio in tutto il romanzo: quando si può parlare di amore? Che cos’è che l’amore ci può far accettare dell’altro?

Nella banalità di queste domande, non si può contenere la bellezza e la profondità del romanzo di Oreste ma si può indagare il motore che lo anima, che lo agita.

In un’apparente storia di 3 ragazzi che nascono in un basso, dopo un incidente che ha sconvolto le loro anime, una vita che li sta allontanando da loro stessi, ecco che spunta l’amore. In questa assenza di tempo che lo scrittore elide durante tutto il romanzo, rimangono piccoli e pochi riferimenti che ci raccontano 2 vite che proseguono e crescono.

Due vite diverse, con degli sviluppi diversi che si tengono collegati da un sottile filo invisibile che profuma di amicizia. Un momento, un dolore, una gioia, le cose che li uniscono. E il romanzo tralascia la suo orizzontalità temporale sviluppando una verticalità fatta di vette e baratri.

La storia nella storia è tutto il valore del romanzo di F.P. Oreste, non il romanzo criminale che è marginale e pretestuoso.

E se proprio devo raccontarvi tutto senza dirvi niente, vi lascio con un’ultima considerazione editoriale. Nel panorama attuale rari sono i casi di scrittori uomini (gli alpha-writers) che hanno il coraggio di raccontare la tematica del gender entrando nella testa dei suoi protagonisti e aprendo al pubblico mondi sconosciuti. Fatti di problemi, con la famiglia, con la società che sta intorno e con le possibilità che il mondo ti offre. Citando lo scrittore stesso, posso dire che Francesco Paolo Oreste, nel mondo della letteratura, è un bucaneve. E deve continuare ad esserlo.

Epicuro scrisse una frase che racchiude tutto il senso del romanzo di F.P. Oreste e con questa vi consiglio vivamente di leggere questo bellissimo, struggente romanzo criminale d’amore.

“Nessuno sceglie un male capendo che è un male, ma ne resta intrappolato se, per sbaglio, lo considera un bene rispetto a un male maggiore.”

TRAMA

Michele non è che un ragazzino quando prende in mano, per la prima volta, una pistola. Ciro è troppo bello e troppo sensibile per sopravvivere alle anime del Vicolo in cui cresce e da cui fugge. Tra loro un’amicizia indissolubile, Mario a unirli per la vita e una Napoli ai margini, sfruttata e abbandonata. E i più bei sogni, nati guardando il blu del mare sono destinati a durare poco. Vico Stella, dove Michele, Ciro e Mario sono nati, diventa troppo presto Vicolo Nero e tutti loro si ritroveranno a fare i conti con un’esistenza dura. Un romanzo di scelte e compromessi, di gabbie e libertà e di un mare il cui blu non è per tutti. Francesco Paolo Oreste da vita ad un affresco quanto mai contemporaneo, che mette su carta la la fatica di un mondo in cui le speranze sembrano non avere mai fortuna, e forse proprio per questo, vivono con ancora più forza e determinazione.