PASSIONI INCONFESSABILI SEPOLTE DALLA NEVE
Il commissario Armand Gamache vive, lavora e soffre (professionalmente) nel Québec. Siccome non sembra essere un uomo particolarmente fortunato, gli tocca indagare su droga, delitti e strani lasciti testamentari, nel bel mezzo di una tempesta di neve e questo, ovviamente, non aiuta.
Invece aiuta moltissimo noi lettori per entrare nel clima di un inverno canadese dove sembra che la neve la si respiri insieme al profumo dei ciocchi di legna che bruciano confortevolmente nel camino.
Le luci tremolarono ancora un istante e tornarono alla normalità. I quattro si scambiarono uno sguardo e sospirarono di sollievo. Finché la stanza piombò nella penombra. Senza preavviso, questa volta: la luce se ne andò e basta, e con lei tutti i rumori della casa(…) “Tutto bene di là?” Armand si avviò alla porta tra la cucina e il soggiorno. Vide il fuoco nel camino e una lanterna già accesa.
La storia prende l’avvio da un curioso testamento dell’anziana Bertha Baumgartner, esiliatasi in quelle terre inospitali come Giona nella pancia della balena. Gamache, insieme ad altri due apparentemente ignari esecutori testamentari, cerca di far chiarezza nel guazzabuglio di questo importante lascito e si ritrova tra le braccia un paio di casi complicati, accompagnati da cadaveri stecchiti (e come non potrebbe essere, con quel freddo?). Ma Gamache chi è veramente? L’integerrimo capo della Surété del Québec o un tutore dell’ordine privo di scrupoli che usa il prossimo per raggiungere l’obiettivo a qualunque costo? Il dubbio ci viene, e non solo a noi.
Il racconto è interessante e ben costruito (forse con qualche dialogo troppo spezzato: botta e risposta da telefilm; ma fortunatamente non è una costante), ma il valore aggiunto di questo giallo è l’atmosfera. Che non è affatto quella dei libri scandinavi, sempre un po’ cupi e in bianco e nero. No, qui insieme al ghiaccio risplende un sole ingannatore che acceca e non scalda, ma fa venir voglia di uscire all’aria aperta e spiccare il volo.
Fuori dalla finestra a bovindo della libreria, Myrna vedeva badilate di neve planare nell’aria e cadere sui mucchi che circondavano il parco. Erano così alti che ormai non si riusciva più a distinguere chi stava spalando: si intravedevano solo la pala rosso fuoco e la nuvola densa di neve. Il parco sembrava accerchiato da una catena montuosa di recente formazione (…) Uscì dal negozio “Adesso è il mio turno” strappò il badile dalle mani di Benedict che stava grondando sudore e gelando allo stesso tempo.
C’è un forte sentimento di condivisione e fratellanza tra gli abitanti di Three Pines e la tristezza che scorre sottotraccia viene stemperata da questo senso di appartenenza ad un territorio oggettivamente difficile, ma che spinge le persone a scegliersi e amarsi per sempre.
E’ in questo contrasto tra solidarietà e sospetto che l’abile autrice gioca con le nostre emozioni, obbligandoci a chiedere a noi stessi cosa avremmo fatto, come ci saremmo comportati nei panni di Armand Gamache, eroe difficile e, a modo suo, epico.
Per avere una risposta non c’è che leggere fino in fondo questo giallo che definirei un “romanzo di autocoscienza”. Davvero intrigante e pieno di umanità.
Traduzione: Letizia Sacchini
Editore: Einaudi
Anno: 2020