SEGRETI DI UNA FAMIGLIA APPARENTEMENTE NORMALE
La famiglia Arienti è una delle più importanti di Bologna: il padre Giovanni è il Presidente della Gi.Ar. Spa, un’industria di acciai speciali. Il figlio Roberto è l’Amministratore Delegato che sta portando al declino l’azienda per incapacità, avidità e stile di vita troppo costoso. Ha già drenato alcuni milioni di euro dalle casse aziendali per trasferirli in un conto a lui intestato in una Banca del Lussemburgo e pensa di cambiare presto la propria vita. La figlia Anita, direttrice dell’Ufficio Finanza e Controllo, era intelligente ed intuitiva, ma, dopo la sconvolgente scoperta di un vergognoso segreto sul suo promesso sposo, non è stata più la stessa ed è diventata violenta, drogata e alcolizzata. “Anita non era solo una mera esecutrice, come Roberto, non era solo carriera come il suo gemello. Era intuito, originalità, creatività. Brillantezza. Era.”
Giovanni da pochi giorni ha scoperto di avere un male incurabile e deve accettare che la sua azienda venga venduta dai figli ad una società cinese.
Egli confida al suo notaio la sua colpa segreta: ha un figlio illegittimo che non ha mai conosciuto, Gianni, nato prima dei gemelli da una relazione extraconiugale occasionale e che ha tenuto nascosto per paura di uno scandalo. Non sa che Gianni è cresciuto in povertà e soffrendo per la sua assenza ed ha accumulato un tremendo risentimento per il padre mai visto e per i suoi fratellastri, che ha sempre spiato . E’stato un agente segreto ed ora è un pericoloso mercenario fra i più ricercati al mondo . Gianni ha organizzato con grande astuzia e da molto tempo un piano spietato per vendicarsi di essere stato privato per tutta la vita dell’affetto che gli spettava.
Silenzio. -Con chi sto parlando?- Dall’altra parte del telefono il rumore di un sorriso. – Con chi vi ucciderà tutti-
Gli eventi si susseguono in un crescendo tra truffe, ricatti, tradimenti, omicidi, fino all’esplosione della inesorabile resa dei conti ad un pranzo della domenica nella villa Arienti.
Dal titolo, non so come mai, mi aspettavo un giallo un po’ noioso di introspezione psicologica, basato sulle rivelazioni che sarebbero uscite a poco a poco durante un pranzo di una famiglia apparentemente normale con dei segreti da nascondere, invece mi sono trovata coinvolta in un avvincente noir d’azione, ricco di colpi di scena e cambiamenti di ritmo dove la suspense non ti fa respirare fino all’ultima pagina!
Ho letto il romanzo tutto d’un fiato ed ho apprezzato tutti i personaggi, anche quelli più crudeli e pieni di rabbia.
I personaggi positivi, come l’investigatore privato Paolo Speranza, danno un po’ di fiducia nell’onestà dell’uomo ed equilibrano una storia dove non c’è redenzione finale, dove l’astio, l’odio e il disprezzo sono alla base di molte azioni, ma dove ci troviamo a sperare che il crudele protagonista vinca sulla falsità dei ricchi sleali e viziati e restituisca loro il male subito in oltre quarant’anni anni di solitudine .
Il ritmo narrativo intenso e lo stile chiaro e diretto del romanzo mettono in luce un ottimo autore che merita un grande successo in Italia e all’estero!
Paolo Panzacchi è nato a Sassuolo nel 1984 e vive a Ferrara. Nel 2015 è uscito il suo romanzo d’esordio L’ultima intervista, vincitore del Premio della Critica al Premio Internazionale Città di Cattolica. Sempre nel 2015 il racconto Sette e sedici minuti è stato selezionato da Gianluca Morozzi per la raccolta Denti pubblicata da Fernandel, altri suoi racconti sono presenti in varie antologie. Nel 2018 è stato pubblicato Drammi quotidiani, il suo secondo romanzo.
Editore: Laurana
Anno: 2018