Il pesatore di anime

Il pesatore di anime

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Published: 28/02/2023

Format: Brossura

ISBN: 9788817176989

GUIDARE A FARI SPENTI NELLA NOTTE? NON SERVONO FARI SE SCENDE LA NEBBIA A SAINT- PIERRE-ET-MIQUELON.

di BARBARA MONTEVERDI

Dans les brumes de Capelans è un titolo decisamente più azzeccato de Il pesatore di anime, ma questo è l’unico neo della versione italiana di un noir impeccabile e, come ormai ci ha abituati Norek, psicologicamente travolgente. Il primo capitolo spiazza, il secondo ci lancia nell’iperspazio e tutte e due le sensazioni sono repentine, brucianti e angosciose.

Potrei anche fermarmi qui e raccomandarvi di leggere questo libro, perché è ciò che conta davvero, ma mi piace troppo parlare del lavoro di questo autore sopraffino, perciò mi dovrete sopportare un altro po’.

Victor Coste è un poliziotto francese che ha chiesto e ottenuto di essere esiliato sull’arcipelago di Saint -Pierre-et-Miquelon, al largo della costa del Canada e non lontano dalla Groenlandia, dopo la morte di uno degli uomini della sua squadra. Vive come un eremita e si occupa della protezione dei collaboratori di giustizia fino a quando gli inviano sull’isola una giovane donna rapita dieci anni prima da un serial killer e incredibilmente sopravvissuta in prigionia. Ora bisogna estorcerle con le pinze qualche notizia che aiuti la polizia a smascherare il pericoloso assassino e, visto che la giovane è psicologicamente turbata, si spera che l’esperienza di Coste sappia dare risultati.

“Abbiamo già un fascicolo su di lei? Ha incontrato una psicologa?” “Sì, ma è stato inutile.” “E perché crede che io me la caverei meglio?” Perché anche tu sei a pezzi, Coste, pensò Saint-Croix. Perché anche tu vivi in una specie di prigione e perché soltanto tu puoi vederci chiaro in questa storia. Hai le carte in regola per andarla a ripescare nell’abisso dove si nasconde e forse potresti anche tu trovare una via d’uscita.

Ecco di nuovo il buon Norek alle prese con il buio profondo dell’animo umano e come sa scavare lui, non lo fa nessuno. Sappiamo – da suoi fedeli lettori – che tra poco arriverà la suspense, ma intanto siamo già presi dall’ansia: il clima è polare – neve, ghiaccio e nebbia la fanno da padroni – l’umore del nostro protagonista varia dal cupo al cupissimo e i suoi sporadici collaboratori (all’oscuro del suo vero compito sull’isola) si tengono a debita distanza da un capo che sembra più un animale selvatico che un essere umano.

E a noi il sangue scorre a balzelloni nelle vene, mentre il racconto claustrofobico di una prigionia decennale si svolge all’interno di una residenza superprotetta da sistemi di controllo su un’isola appena segnata nelle carte geografiche. Manca il fiato. E l’apnea diventa pericolosa a metà libro perché la faccenda si complica come solo Norek sa complicarla, con logica ferrea e dolore profondissimo.

La fregatura è che molti dei personaggi presenti nel racconto ci stanno simpatici e non vorremmo che accadesse loro nulla di male, già vivono su un’isola dove il Conte di Montecristo si sarebbe suicidato, a che pro martellarli ulteriormente sui calli?

Però Norek è Norek, lo amiamo perché ci impaurisce e ci strappa l’anima, perché non da’ tregua ma regala momenti di pura poesia come questo:

Quella mattina tre soli sarebbero potuti sorgere senza che insieme fossero capaci di attraversare la nebbia che si avventava sull’isola. Come una gigantesca nuvola spessa caduta da una tempesta leggendaria per aggrapparsi all’oceano e fondersi a Saint- Pierre, la nebbia inghiottì le imbarcazioni ormeggiate in lontananza, poi il porto, poi le spiagge e le baie. S’intrufolò nelle strade, seguendone le curve, arrampicandosi senza sforzo sulle colline, scendendo lungo i pendii come il fumo sporco di un incendio straordinario.

E poi c’è Victor Coste, che avrà pure un carattere più che ombroso, ma quando gli gira storta diventa un tritasassi esaltante e noi lì, a fare il tifo per lui come dei ragazzini presi dall’entusiasmo nel momento in cui, sul più bello, “arrivano i nostri”.

Non c’è scampo: dovete leggere questo romanzo. Perché è originalissimo, pieno di colpi di scena e di suspense, è scritto magistralmente e non ci accarezza dalla parte giusta del pelo. No, proprio no. Io ho chiuso il libro poco fa e ho ancora la pelle d’oca.

TRAMA

Saint-Pierre-et-Miquelon è un minuscolo arcipelago punteggiato di casette colorate al largo della costa del Canada, una sconosciuta appendice di Francia ai confini del mondo che, all’inizio dell’estate, quando i merluzzi attraversano le sue acque, viene inghiottita dalle nebbie. Un luogo ottimo per sondare, sotto i silenzi della neve e il fruscio del vento, le anime degli uomini. Assegnato al programma per la protezione dei collaboratori di giustizia, nella sua residenza-fortezza a picco sull’oceano il capitano Victor Coste esamina i potenziali candidati, per lo più ceffi da galera della specie peggiore, e decide se accordare loro una nuova chance o rispedirli in cella. Ma quando da Parigi arriva sull’isola una ragazza di nome Anna, sopravvissuta a un serial killer che opera indisturbato da dieci anni, il metodo di Coste deve cambiare. Mentre il capitano tenta di stabilire un rapporto confidenziale con questa giovane donna ferita, dal fascino equivoco e dallo sguardo ipnotico, a offuscare ogni cosa, certezze comprese, scendono puntuali le nebbie, tra le più dense al mondo, e quello che sembrava un rifugio sicuro e inaccessibile diventa una trappola infernale.

Traduzione: Maurizio Ferrara

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

 

5.0Overall Score

Il pesatore di anime

GUIDARE A FARI SPENTI NELLA NOTTE? NON SERVONO FARI SE SCENDE LA NEBBIA A SAINT- PIERRE-ET-MIQUELON. di BARBARA MONTEVERDI Dans les brumes de Capelans è un titolo decisamente più azzeccato ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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