ANGELI E DIAVOLI LOTTANO DENTRO DI NOI

di BARBARA MONTEVERDI

Un trucido e misterioso caso di suicidio di massa collegato alla sparizione di un neonato, avvenuto nel 2003 e apparentemente sepolto dalla polvere degli anni, viene riesumato da Amanda Bailey, giornalista in cerca di ispirazione per un libro che vorrebbe (fortissimamente) pubblicare. Qualcosa di convenzionale e accessibile che scavi nel crimine violento, ma arrivi al cuore del lettore medio da uno spazio sicuro, come le consiglia la sua agente letteraria.

Scavare, scaverà, ma se parliamo di spazio sicuro – almeno per quanto riguarda Amanda – abbiamo seri dubbi fin dall’inizio del racconto.

Giallo atipico, soprattutto per come si presenta graficamente e nell’impostazione narrativa, questo libro chiede al lettore una propensione alle novità e una mente elastica (o, per lo meno, pronta a modellarsi su nuovi schemi letterari).

La riesumazione del cold case avviene, infatti, esclusivamente attraverso mail, WhatsApp, registrazioni di colloqui e qualche pagina di romanzi inerenti alla vicenda, riproposti come “documentazione di sostegno” al lavoro portato avanti dalla determinata (e cinica quanto basta) Amanda.

Per completare il quadro, Ellie Cooper – presente nelle pagine come E.C. – ex assistente di Amanda, si presta a trascrivere e commentare i colloqui dell’amica con i più svariati personaggi incontrati durante l’inchiesta e le sue annotazioni si fanno di volta in volta più puntuali e centrate sul pezzo. Sarà perché non è coinvolta fisicamente nella ricerca e questo le permette una maggiore lucidità data dalla distanza, ma i suoi interventi sono spesso chiarificatori, almeno per noi lettori, perché ha i nostri medesimi pensieri/dubbi/riflessioni.

Insomma, immagino si sia capito che lo sviluppo della vicenda non è lineare, il racconto è spezzettato, fuorviante ma abbastanza intrigante e il libro risulta molto “alternativo”, consigliato a chi voglia leggere qualcosa che esca dai consueti binari e che crei un certo disagio psicologico indubbiamente ricco di un suo fascino.

Il difetto sta nella lunghezza: 574 pagine di puzzle sono davvero molte e anche il lettore più determinato rischia di cedere a una sensazione di eccesso d’abbondanza investigativa, scalpitando per una fine chiarificatrice e concreta, se possibile.

In effetti, questa arriva ma piuttosto tardi: l’attenzione del lettore e la suspense se ne sono già andate da qualche altra parte, diluite in affabulazioni WhatsApp sempre stringate, ma in numero esorbitante, in ipotesi reiterate in eccesso, in un finale telefonato.

L’idea iniziale è senza dubbio innovativa (sia per quanto riguarda la trama che per lo stile utilizzato), ma il volume avrebbe dovuto essere formato dalla metà delle pagine.

Traduzione di: Gabriella Diverio, Manuela Francescon

TRAMA

«Hai una chiave che apre una cassetta di sicurezza. Dentro c’è un plico di documenti. Devi leggerli e prendere una decisione. Riporli nella cassetta e buttare la chiave dove nessuno possa trovarla. Oppure rivolgerti alla polizia». Tutti conoscono il caso degli Angeli di Alperton, ma nessuno conosce la verità. È per questo che Amanda, giornalista di cronaca nera, vuole scriverne in un libro. Per riuscirci, dovrà risolvere il mistero prima di chiunque altro e aggiudicarsi lo scoop dell’anno. La giornalista Amanda Bailey sta lavorando a un libro sugli Angeli di Alperton, una setta religiosa i cui seguaci, manipolati da un carismatico guru, tentarono di uccidere il figlio di una di loro, convinti di trovarsi di fronte al «male». Ma la madre, Holly, si rivolse alla polizia e gli Angeli si suicidarono in massa, consentendo a Holly e al piccolo di salvarsi e scomparire nell’anonimato. Vent’anni dopo, quel bambino è diventato maggiorenne e Amanda vorrebbe intervistarlo. Per farlo, è costretta a vedersela con un collega rivale, anche lui sulle tracce del ragazzo. Ben presto però, indagando, entrambi si renderanno conto che la verità sugli Angeli di Alperton nasconde qualcosa di molto più oscuro e pericoloso di quanto avessero mai immaginato.