SIAMO NEL 1920, MA POTREMMO ESSERE QUI E ORA. TREMATE, TREMATE….
di BARBARA MONTEVERDI
Scrittrice viennese dalla vena solida, Alex Beer maneggia il giallo (in questo caso specifico, thriller) storico con grande sicurezza. Il messaggero oscuro è il terzo episodio della serie che vede come protagonista August Emmerich – ispettore distrettuale capo della polizia criminale – ma il libro si legge senza nessun problema di collegamenti con le storie precedenti, essendo ognuna autoconclusiva e il protagonista, descritto con pochi accenni decisi, pare essere il compagno di avventure di tutti noi da sempre.
Incontriamo il nostro eroe il 31 Ottobre 1920, in un cimitero di Vienna, alle prese con un’indagine personale per scoprire dove è stata sequestrata la donna che ama e i suoi figlioli. Ma presto si deve occupare di una seconda inchiesta, a causa di un brutale e misterioso omicidio.
L’abilità dell’autrice è quella di farci seguire i passi di Emmerich lungo strade cupe e fangose, sotto la fredda luce di una giornata ormai novembrina e, nel capitolo successivo, infilarci nei panni di una frettolosa e furibonda giornalista, scavalcata in una promozione dal collega maschio, che improvvisamente si accorge di essere seguita in un vicolo buio e puzzolente. Cosa ci aspetterà più avanti? Guarderemo la vecchia, decadente Vienna cogli occhi di una vittima o di un assassino? Tutto estremamente intrigante e colmo di suspense, anzi direi proprio di fifa blu!
Alma Lehner accelerò il passo. La persona alle sue spalle fece lo stesso. Ubbidendo a un riflesso spontaneo la donna girò a destra, si infilò nel portone di un palazzo, trattenne il respiro e tese l’orecchio nell’oscurità. Niente. Non c’era nessuno. Menomale che quegli idioti della redazione non potevano vederla ora. Le avrebbero dato dell’isterica, della donnicciola nevrastenica. Trasse un gran sospiro e tornò in strada. In quel preciso istante percepì una presenza alle sue spalle. Poteva sentirne il respiro, l’odore di tabacco e sapone. Un uomo. (…) “Salve signorina Lehner”. La voce risuonò proprio accanto al suo orecchio.
Era dai tempi di IT di Stephen King che non mi capitava di sobbalzare sentendo i nervi accartocciarsi con la velocità del fulmine e sottolineo la faccenda perché stiamo parlando di un thriller teutonico, solitamente più versato in aspetti introspettivi piuttosto che in quelli di azione criminale. Invece qui ci siamo seduti in uno di quei “vagoncini del brivido” davvero coinvolgente, uno di quelli che, quando scendiamo dalla giostra, scopriamo ci hanno regalato una mèche bianca nella folta chioma.
Ecco, spero che le mie parole non stimolino alla lettura solo i calvi o i già ingrigiti, perché questa avventura merita di essere vissuta davvero da tutti: ottima ambientazione, personaggi delineati con precisione e senza eccedere in approfondimenti psicologici, scene calibrate al millimetro per tenere alta l’attenzione, scrittura accurata e storicamente ben delineata: cosa si può cercare di più in una lettura che mescola sapientemente storia e crimine? Magari l’aspetto sociale ed effettivamente non manca neppure quello. Alex Beer ci racconta una società decadente, instabile, restia a riconoscere il ruolo fattivo delle donne nelle attività lavorative e violenta nei loro confronti, in piena crisi economica, stracolma di persone mentalmente disturbate ed è davvero urticante il pensiero che stia parlando degli anni ’20 in Austria mentre potrebbe tranquillamente riferirsi al nostro mondo attuale.
Ma, mentre la società civile non fa un passo avanti, Emmerich macina chilometri poggiandosi sul suo ginocchio dolorante e dipana una storiaccia di morti efferate col cuore sempre stretto nella morsa del dubbio per la fine dei suoi cari. Riuscirà a risolvere anche questo angoscioso dilemma? Ne uscirà migliore o devastato?
Leggete, leggete, leggete perché leggere rende edotti.
TRAMA
Vienna, 1920: un’inaspettata ondata di gelo ha distrutto i raccolti, un uomo su tre è senza lavoro e la criminalità organizzata vive un vero e proprio boom. Nel bel mezzo della più difficile situazione economica che la città abbia mai sperimentato, un omicidio incredibilmente feroce desta scalpore. L’assassino ha tagliato la lingua alla vittima, un giovane uomo, e poi allestito la scena del delitto in modo davvero macabro. Ma non finisce qui: poco alla volta vengono ritrovati altri cadaveri, tutti inseriti in contesti altrettanto artefatti e sconcertanti. I biglietti di rivendicazione che vengono recapitati a ogni ritrovamento non contengono nessun elemento utile a identificare l’assassino. August Emmerich, l’ispettore della polizia criminale incaricato delle indagini, è però alle prese anche con un problema di ben altra natura: ogni minuto libero dalle indagini è dedicato alla febbrile ricerca di Xaver Koch, l’uomo che ha rapito la sua compagna e che è diventato un pezzo grosso della mala viennese. Le indagini portano Emmerich nelle più buie viuzze e nei più inaspettati abissi della capitale austriaca, tuttavia il suo avversario sembra essere sempre un passo avanti…
Traduzione: Silvia Manfredo
Ascolta l’incipit letto da Barbara:
Il messaggero oscuro
SIAMO NEL 1920, MA POTREMMO ESSERE QUI E ORA. TREMATE, TREMATE…. di BARBARA MONTEVERDI Scrittrice viennese dalla vena solida, Alex Beer maneggia il giallo (in questo caso specifico, thriller) ...