LA SVIZZERA VINCE ANCHE L’EUROTHRILLER … SECONDO ME
di MANUEL FIGLIOLINI
La Svizzera, piccolo stato al centro dell’Europa occidentale, ci ha regalato un altro scrittore di thriller. Dopo Joel Dicker è arrivato in tutte le librerie Nicolas Feuz con un thriller veramente intenso … peccato per tre piccole pecche, ma di una la responsabilità non è sua.
Partiamo dall’inizio, Baldini+Castoldi ha lanciato una nuova collana “I Lupi” ed ha sfoderato subito un asso per dimostrare ai lettori la caratura di questa collana. A giugno è uscito il primo romanzo, “Il filatelista” di Nicolas Feuz… ed è stato un inizio “abbastanza” con il botto.
Botto che viene confermato anche in copertina con il commento di un altro svizzero campione d’incassi con i thriller: Joel Dicker. I più informati dicono che lui stesso ha curato l’editing ed essendo lui un’artista nella struttura thriller, quando ho chiuso il romanzo non avevo dubbi, si sente la sua mano ed ha fatto un ottimo lavoro.
Ma veniamo al romanzo che è veramente particolare, una storia che si svolge su due assi temporali, il presente e il 1984 dove conosciamo questo ragazzino Sam bullizzato dai compagni di scuola per la sua mole fisica e per il suo carattere riservato. Nel presente invece l’ispettrice della polizia giudiziaria di Ginevra, Ana Bartomeu, deve indagare su uno strano pacco arrivato in posta con un particolare francobollo, fatto di pelle umana.
Ana è sovrappeso, ha problemi di cuore, la sua famiglia non vuole avere rapporti con lei e si trova alla Crime dopo un passato all’antidroga. Detta così sembrano i classici topoi del thriller che da anni riempiono le librerie, ma devo dire che la suspense, sempre tenuta al massimo regime, ed il finale così originale è fuori dai classici schemi, valgono la lettura di questo romanzo.
Dissacrante della classica costruzione del romanzo, Feuz gioca con l’eroe e l’antieroe, alternandoli nei personaggi protagonisti, variandone l’essere ad ogni capitolo. Ora Yves è eroe, subito dopo Yves impersonifica l’antieroe. Questo gioco, alla base del thriller porta il lettore in uno stato d’indecisione che lo portano ad affidarsi completamente alla storia di Feuz, lasciandosi trasportare fino al finale … Sconvolgente e inaspettato.
Due piccole pecche, troppi acronimi nel romanzo e troppi luoghi e città tra Francia e Svizzera che ostacolano il lettore (ignaro di quei luoghi e di quelle sigle) facendolo perdere e arrestando la lettura, ma niente che infici il senso del libro, o la voglia di arrivare alla fine.
Altra pecca che non chiama in causa lo scrittore è la traduzione, due piccole, grosse leggerezze. Ad un certo punto viene tradotto lo Stato di Polizia come Stato poliziesco, che purtroppo è un termine che non esiste.
Nella canzoncina che i bulli cantano a Sam si parla di un “bouchon” che il traduttore traduce come pannolino che in francese si dice “couche”. A logica si poteva pensare ad un giusta interpretazione dovuta al fatto che la vittima si sia pisciato addosso. Ma se si va avanti con il libro si capisce che era proprio un tappo.
Ma il romanzo di Feuz, merita. Merita dalla prima all’ultima pagina, merita per l’intuizione del finale così atipico, merita per la storia che dentro al romanzo conduce ad epiloghi inaspettati. Merita.
TRAMA
All’avvicinarsi del Natale, un’ondata di terrore attraversa la Svizzera. Un assassino sta organizzando una macabra caccia al tesoro utilizzando i pacchi postali. La sua firma? Francobolli fatti di pelle umana. Ana Bartomeu, ispettrice della Polizia giudiziaria di Ginevra, viene assegnata al caso. La sua indagine la porterà dai quartieri eleganti di Ginevra al centro storico di Annecy, dai vicoli bui di Losanna alle strade acciottolate di Delémont. Riuscirà a smascherare il misterioso criminale che i media svizzeri e francesi hanno soprannominato «il Filatelista»?
Il filatelista
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