UN AUTUNNO ORIENTALE ROSSO SANGUE

di BARBARA MONTEVERDI

Per coloro i quali (vivendo su un altro pianeta) ancora non lo sanno: Tommaso Scotti risiede stabilmente in Oriente da 13 anni e attualmente vive e lavora a Tokyo. Ecco perché i suoi tre gialli sono stati ambientati laggiù, con occhio preciso e idee ancor più chiare su cosa sia davvero questo mondo di cui noi europei abbiamo una percezione piuttosto sfalsata.

Personalmente, ho trovato molto azzeccata la figura dell’ispettore Nishida, un sangue misto, un nippoamericano a cui si può perdonare qualche eccentricità dovuta all’educazione polivalente e a una mentalità più aperta di quella della maggioranza dei colleghi poliziotti.

E’ molto calibrato, lineare e nitido il racconto di questa inchiesta che parte dalla morte, probabilmente non accidentale, di un compagno di studi di Nishida e si respira ordine e correttezza nei rapporti tra le persone, senza però cadere nella noia della prevedibilità. E’ come se i freni morali e sociali della convivenza nipponica lasciassero intravedere in controluce una carica di violenza pronta a esplodere, il fumo sottile e distante di un ordigno innescato e molto ben celato; l’immagine poetica della foglia autunnale che si stacca dal ramo per posarsi dolcemente al suolo – immagine che torna con cadenza regolare lungo le pagine del romanzo – non cancella l’impressione che potrebbe essere seguita dal rumore secco di un ramo spezzato che piomba a terra.

E’ proprio poco dopo, mentre ondeggia verso un piccolo parco, che la foglia vede ciò che mai avrebbe voluto vedere. (…) Stupida me, pensa, per essermi lasciata attrarre da questa valle di lacrime. Maledetto sia tu, vento, per avermi sedotto con questa musica dal finale amaro. Ah, se soltanto la foglia potesse parlare. Non farlo! vorrebbe gridare, e liberare nell’aria il proprio dolore. Eppure, con un ultimo passo di valzer, altro non può che la terra baciare, portando con sé, perso per sempre, il segreto di un uomo che muore. Si spezza così, affranto, il suono di una foglia che cade.

Il racconto della vicenda gialla è interessante – al di là degli sviluppi della storia – soprattutto per il quadro preciso che Scotti ci mostra della società giapponese, dei rovelli psicologici di chi non è perfettamente allineato al pensiero comune e questo vale per il protagonista, ma anche per il suo amico rider così differente da Nishida, eppure simile nel suo sentirsi ai margini di una società troppo schematica.

Alla fine, l’intimismo del narratore vince sull’azione criminale e – francamente – avrei preferito fosse stato messo in evidenza l’aspetto delinquenziale, perché la conclusione si prestava a pagine più spumeggianti e, forse, crudeli. Ma è una scelta stilistica valida come un’altra e la lettura risulta, in ogni modo, avvincente.

Ancora una buona prova del nostro ormai rodatissimo Tommaso Scotti che obbligherà, prima o poi, i suoi lettori a compiere un viaggio in Giappone per toccare con mano quel che lui racconta con tanta passione.

TRAMA

Al dipartimento di polizia di Tokyo c’è tensione. Tutta colpa del ritrovamento del cadavere di un uomo che ha in tasca il biglietto da visita di un noto ispettore: Takeshi Nishida, il detectivehāfu, il mezzosangue nippoamericano della squadra Omicidi. Nishida, suo malgrado chiamato direttamente in causa, nel vedere il volto della vittima riconosce un suo compagno di classe. Ma che cosa ci faceva adesso, a distanza di anni, con il suo contatto? Che cosa voleva dirgli? L’ispettore dovrà fare l’impossibile per scoprirlo, e la ricerca della verità lo porterà a inoltrarsi lungo le strade di Tokyo, fino ai quartieri in cui scorrazzano ibōsōzoku, le «tribù della corsa violenta», gang di motociclisti che provocano disordini, e forse qualcosa di molto più inquietante. Con “I diavoli di Tokyo ovest”, Tommaso Scotti non crea solo un giallo e un thriller avvincente, ma con uno stile prepotentemente evocativo scende più a fondo, toglie il velo delle apparenze di cui si ammanta la cultura del Giappone, mostra che cosa c’è dietro le illusioni di educazione, silenzio e ordine: il lato più oscuro dell’uomo.

Ascolta e guarda l’incipit letto da Barbara: