COSA SIAMO CAPACI DI FARE PER VIVERE?
Non so se avete mai visto “Le regole del delitto perfetto”, beh io sì. C’è un punto preciso della storia dove tutti i protagonisti s’incontrano, dove le vite degli altri diventano la vita di tutti. Quel punto, nel romanzo dei Tersite Rossi è il bar “Da Lillo”, nel centro commerciale, simbolo della congregazione moderna. In “Gleba”, edito da Pendragon, tutti convergono verso la loro capacità di vivere. Vite diverse che magari mai convergeranno, s’incontrano, si sfiorano e si scontrano.
I protagonisti, in questo romanzo corale dei Tersite Rossi, sono tanti ed intensi. Abbiamo Paolo, studente della prestigiosa scuola Banno. Adriana, impiegata in un e-commerce. Amina, ragazza araba che studia all’istituto Malavolta. Niente di prestigioso rispetto all’istituto Banno. Enrico, professore al Malavolta e Valeria, moglie sempre in bilico in una vita fatta di lavori precari. Abbiamo Gojar, Kemal e tanti personaggi collaterali che riempiono lo schermo dei Tersite Rossi.
Ma cos’è la “Gleba”? E soprattutto chi è? “Gleba” è un romanzo intenso e pieno, come solo i Tersite Rossi sanno scrivere. La loro cifra identificativa è la pienezza di dettagli, lo scorticamento delle vite raccontate. La loro cifra è l’indagine della nostra società e dei suoi malesseri. In una trama fitta e fatta di vita, l’insopportabile sopravvivere si esaurisce nel sesso. Una moneta di scambio che rende tutti uguali, chi serve e chi è utile. Un punto di congiunzione carnale che prevarica l’essere sociale e la sua missione nel mondo. Un esorcismo del male di vivere, una fuga dalla realtà.
Ma tutti questi personaggi da chi sono mossi? Da chi vengono comandati? La suspense vera e propria del romanzo risiede lì, in quella persona. Ma la suspense sottintesa, quella che viviamo noi quotidianamente risiede nel gesto dell’altro. La nostra incapacità di prevedere l’altro ci affascina e ci sospende in un limbo ignoto ed involontario. E questa è la vera suspense che i Tersite Rossi evocano ma fa parte della nostra quotidianità.
La loro scrittura è loro, i dettagli, quelle singole vibrazioni che differenziano i personaggi sono la loro firma. Quando, del loro romanzo, leggi la quarta di copertina ti domandi come mai così tanta carne al fuoco. Possono sostenere quella mole di presupposti? La risposta è sì … e lo fanno egregiamente. Un romanzo consigliato, un nuovo noir-globale. Che non coinvolge solo noi ma tutto il globo. Da leggere.
Sul piovoso pomeriggio londinese sta già calando il buio. In piedi, dietro la finestra del suo ufficio, il ministro degli Esteri Arthur Balfour vede i contorni della città sparire progressivamente sotto i suoi occhi, a eccezione delle porzioni di vie e palazzi finite sotto l’alone di luce giallognola proiettato dai lampioni. Mani intrecciate dietro la schiena, sigaro in bocca, Balfour riflette sulla grande novità dell’illuminazione elettrica.
Ascoltate la recensione nel podcast di OnBoox Radio
Altri romanzi dei Tersite Rossi recensiti da noi “I signori della cenere“.
Editore: Pendragon
Anno: 2019