QUANDO PARLA DI SQUINZIE, PAOLA VARALLI E’ UNA SFITTINZIA!!!
Wow che viaggio!! Penso non si possa iniziare una recensione con questo intercalare. Quindi rifacciamo.
Quando è stata l’ultima volta che avete letto un romanzo in due giorni (solo perché non lo volevate terminare) e avete fatto notte fonda per finirlo? Ecco io finalmente ho la mia ultima volta: quando ho letto “Giallo al cimitero Maggiore” di Paola Varalli. Un giallo senza omicidio, ci sono i cadaveri ma lo so già da tempo, un viaggio in una Milano anni ’10 (del 2000, e quanto è cambiata) e un’ottima compagnia Anita Valli e Mirella Bonetti.
Una trama che inizialmente l’autrice sembra svelarci e ti verrebbe voglia di dirle: No Paola, è troppo elementare … E invece no, ti cambia tutte le carte in tavola, ti fa crogiolare nella sensazione di aver capito tutto. Ma invece … Con questa avventura delle “squinzie”, la scrittrice ribadisce la sua cultura del giallo, la sua semplicità nel creare un intrigo e coinvolgere il lettore.
Paola Varalli riesce ad immergerci in un clima molto personale e lo fa in maniera totalitaria. Siamo a Milano, primi anni ’10, un architetto e una restauratrice, sofisticata una, gergale e gesticolante l’altra, la vita di un quartiere che diventa casa. E la scrittrice t’incastra così, tra la stanza delle feste, Marchino e il suo Ciao (inteso come motorino a pedali), via Gallarate e il suo mercato, Remo e Ernesto/Redenta. Creando un mix di storie, di sguardi che t’impigliano nella trama … E la tua attenzione di lettore si sposta dal giallo alla loro proiezione nello spazio, al loro modo di agire.
La scrittura di Paola Varalli è segnata dalle sue piccole manie letterarie che la rendono sobriamente unica. Uno stile letterario che non si ferma alla ricerca della costruzione della frase ma va oltre … il suo stile letterario si fonde con lo stile narrativo. Alcune imprecisioni alle volte rallentano ma il mood del romanzo non ne risente.
Una storia che ha un fondo noir più forte dei precedenti ma che non possiamo svelare per non spoilerare il finale. E’ questo il segreto di un romanzo riuscito? Non esagerare con effetti speciali ma trascinare il lettore in un mondo unico, con personaggi unici e irripetibili che ti fanno chiudere il romanzo e dire: “Paola tu sì che sei faiga, ma adesso caccia un’altra story di Any e Mirix” (gesticolante, gergale e assettati di pagine).
TRAMA
Milano, Cimitero Maggiore, all’improvviso tra le tombe iniziano a passeggiare personaggi che dovrebbero risiedere nei loculi. Zombie? Niente affatto, ma ci vuole poco ad Anita Valli per capire che gatta ci cova e scoprire l’ennesima trama gialla. Forse l’agenzia di pompe funebri Legno di Pero ha qualche responsabilità in questa faccenda? Come è possibile che persone morte e sepolte vadano a zonzo per Milano? E chi c’è nella tomba al posto loro? Con l’amica Mirella Bonetti, Anita avvierà una nuova indagine strampalata che porterà le due “squinzie” di via Gallarate ad occuparsi di clochard che spariscono, di sepolture sospette, di baristi gentili e di viaggi in Liguria a bordo del vecchio furgone con cui Anita trasporta mobili restaurati. Il buon amico Marchino, al solito, le aiuterà. Jarod il labrador farà del suo. E si spera che, questa volta, il bel commissario Giorgio Santini non sia costretto a soccorrerle in extremis.
Ascoltate la nostra videorecensione:
Giallo al cimitero Maggiore
QUANDO PARLA DI SQUINZIE, PAOLA VARALLI E' UNA SFITTINZIA!!! Wow che viaggio!! Penso non si possa iniziare una recensione con questo intercalare. Quindi rifacciamo. Quando è stata l'ultima ...
Adoro questa rece!
… e noi il tuo romanzo!!