LA MUCCA INCENDIARIA E QUATTRO AMICI AD UN TAVOLO
Lo scrittore è un chimico, scrive gialli, ha per protagonista 3 persone che non c’entrano niente con la polizia, la sua ironia nei dialoghi è il suo punto di forza, le iniziali di nome e cognome sono uguali e noi de La Bottega lo adoriamo, chi è? Non è MM, ma è Filippo Fornari, che con “Fiamme in piazza Duomo” (ed. Todaro) ha confermato la nostra opinione di grande giallista dal tratto inconfondibile. Dall’ironia spiccata, soprattutto nei dialoghi ambientati alla Balera dell’Ortica, e dall’occhio attento alla società e ai suoi mutamenti.
L’ironia dello scrittore la si vede fin da subito. In quel tratto distintivo che è il sottotitolo del romanzo. Nel precedente, Omicidi all’Isola (recensione), nel sottotitolo citava Dalla. In questo alletta la curiosità dei lettori: Lo strano caso della mucca che incendiava i fast-food. Curzio, Umberto ed Enzino ormai sono diventati inseparabili, condividono molto tempo insieme a giocare a carte, cenare alla balera dell’Ortica. A parlare dei loro problemi ma soprattutto ad ascoltare i dettagli delle indagini. Infatti alla compagnia si è aggiunto il commissario Musante.
La trama, che si snoda su tre casi, due di omicidio e uno di vandalismo, mette in risalto questo forte legame tra i 3 protagonisti ed evidenzia anche problematiche sociali molto contemporanee. Come nel precedente romanzo, Fornari ci racconta una Milano moderna e veloce ma con tutte le sue contraddizioni e quel gusto retrò che si respira ancora girando in alcune zone. Le tematiche sociali sono tante e vengono fotografate come delle polaroid di una società.
Dall’Isola del precedente romanzo, ci siamo spostati più verso Chinatown, Paolo Sarpi. Da Curzio protagonista siamo passati alla coralità come metafora del loro rapporto. L’ironia dell’autore cede un po’ il passo alla suspense che in questo romanzo, rispetto al precedente, è superiore. Un romanzo che fin dal sottotitolo rivela la sua anima ironica e folle. Uno scrittore che nasconde dietro il camice del chimico, la capacità di osservare. Un romanzo che ci racconta dei mali della società moderna ma ci racconta anche dell’amicizia, della speranza e della voglia di avere fiducia nel prossimo.
Un giallo da leggere che ci accompagna per Milano tra risate e suspense.
Chiamatemi Heidi. Qualche anno fa, ero più ingenua e sognatrice di una vitella da latte, ritenevo, a torto, che con la mia arte avrei lasciato una traccia nel mondo. Pensavo anche che non ci fosse nulla di meglio del sesso per scacciare le malinconie e il cerchio alla testa.
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Editore: Todaro Editore
Anno: 2019