La villa è sempre lì, sotto il cielo indifferente di Milano, decisa a sopravvivere nonostante tutto. L’erba ha invaso il sentiero di ghiaia che dal cancello conduce alla porta d’ingresso. Due gatti randagi fuggono alla vista della giovane intrusa che si aggira nel giardino. Cristina si china su quelle che nel suo ricordo erano aiuole fiorite e adesso non sono he un ricettacolo di sterpaglie. Soltanto la magnolia resiste, imperturbabile.
Un manager in carriera viene licenziato con motivazioni molto inconsistenti. Massimo Gerosa, il predetto manager, conosce la crisi che negli ultimi anni ha colpito molte famiglie italiane. La moglie lo butta fuori di casa. La figlia, che all’inizio sembrava vicina al padre, si allontana anche lei. Gerosa vive tra alberghi di quart’ordine e la sua macchina per nove mesi, fino a quando conosce degli esponenti di un movimento di estrema destra che gli offrono la possibilità di diventare guardiano notturno della loro sede. Nel frattempo, dopo vari travagli psicologici, Massimo Gerosa arriva a pensare all’attentato di Roberto Modigliano, ebreo imprenditore e suo ex-capo alla COMOR.
Alessandro Bastasi è uno scrittore con la “s” maiuscola. La scorrevolezza, le descrizioni e i sentimenti accentati sono un percorso unico e costante, lo stesso percorso che compiono i suoi protagonisti in questa trama semplice e discendente. La scrittura è lineare e capace di raccontare un momento buio dell’Italia visto dai suoi protagonisti: la famiglia Gerosa. Ma è una discesa sociale molto comune e i Gerosa diventano il batterio al microscopio attorniato da tanti altri batteri di un’infezione sociale.
Bastasi compie un sunto nazionale di un paese che dal 2005 al 2008 ha attraversato una delle più importanti crisi economiche degli ultimi anni. Ma non vi è solamente la crisi economica ad elevare lo stato di malessere, ma vi è anche una crisi morale di idee e dignità che vengono rinnegate pur di stare, socialmente, a galla. I protagonisti fondamentali dell’opera di Bastasi sono 3: Massimo Gerosa, sua moglie e sua figlia. Una famiglia che si separa e percorre una discesa morale univoca, pur non essendo più legati.
Massimo Gerosa è l’uomo ucciso “civilmente”. L’uomo a cui è stata tolta ogni dignità. L’uomo in profonda frustrazione personale che è capace di aggrapparsi a movimenti estremi che non rappresentano le sue ideologie ma solo la sua rabbia. Anna Gerosa, la moglie, è ancorata al suo status quo. A tal punto di usare il suo corpo per non perdere privilegi e possibilità economiche. E’ calcolatrice, capace di cacciare il marito perché inutile. E’ capace di chiedere alla figlia cose che una madre non chiederebbe mai. Lei vuole solo il suo interesse economico. Poi c’è Crisitna Gerosa, la figlia, un oggetto che completa il loro arredamento familiare, non una persona. Cristina è una figura di fondo, che al primo cedimento economico è scomparsa dalle loro menti.
Alessandro Bastasi ci racconta quello che è successo a molte famiglie, portando all’estremo l’epilogo. La disgregazione familiare è stato l’errore fatto per rincorrere valori materiali. Questo libro scardina tutti i valori degli ultimi decenni, la famiglia, il lavoro, l’onestà e l’integralità. Ma fa anche riflettere, colmo di personaggi che non riflettono, ma lasciano al lettore quella soluzione che avrebbero dovuto trovare loro e non ce l’hanno fatta accecati dall’avidità.
L’autore dipinge una famiglia colpita dalla crisi, ma ci mostra anche il retro della tela. E in questo noir dal ritmo serrato ci chiede se l’evoluzione attuale della società è figlia di una ricerca di riscossione. In tutto questo “nero” c’è un leggero raggio di sole che diventa speranza. La speranza che la perdita di alcuni valori sia dovuta solamente ad una situazione di particolare contingenza … ma quando questa crisi finirà, l’uomo torna a splendere?
Edizione: Fratelli Frilli
Anno: 2016